Sabato 19 Gennaio 2002 - Libertà
Il poliziotto dal volto umano
Presentato ieri il libro di Girolamo Lacquaniti, dirigente della Squadra mobile. Il commissario racconta cinque storie di vita
Sarebbe piaciuto ad Antonello Grimaldi oppure a Renato De Maria - registi delle più recenti "fiction" poliziesche - questo commissario di provincia dall'animo umbratile e sofferto, sospeso a metà tra il fumo dell'ultima sigaretta consumata nella notte nebbiosa e rabbiosa di Piacenza ed una macerata "pietas" verso un'umanità al di là della barricata che, pur macchiata di irriferibili delitti, non ha abdicato al ruolo di ineluttabile sconfitta dalla vita. Riflettori ieri pomeriggio accesi sul libro di Girolamo Lacquaniti, 33enne dirigente della Squadra Mobile della Questura di Piacenza, che ha presentato all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano la sua prima opera letteraria; all'incontro, dopo i saluti del vice presidente della Fondazione Umberto Chiappini, sono intervenuti il questore di Piacenza Adamo Gulì, il direttore de "Il Nuovo Giornale" don Davide Maloberti, Paolo Dosi (Editrice Berti) e Fausto Fiorentini. Cinque racconti, "Storie di un commissario di provincia", come recita il titolo di copertina, che, dentro una scarnificata sceneggiatura fitta di dialoghi e di interni rischiarati dalla luce dei neon di una Questura di provincia, ben si presterebbero ad una trasposizione cinematografica "minimalista". Solo che qui, in un rapido percorso di rimandi, il gioco letterario di Lacquaniti scrittore non tarda a scoprirsi, fin dalle premesse: e dietro allo specchio, dietro al giovane commissario di provincia, sbalzato dai lidi mediterranei del Sud d'Italia nelle nebbie padane di una Piacenza "dove, la domenica sera, se non devono ammazzare una prostituta, girano solo le Volanti", non c'è una creatura onirica e letteraria come il Montalbano di Camilleri (tra le fonti ispiratrici peraltro attinte da Lacquaniti) bensì un uomo in carne ed ossa, e "nervi e sogni". Il giovane commissario, io narrante così avaramente tratteggiato nei riferimenti esteriori (ma non in quelli della sua umanità), ha un nome ed un cognome preciso, quello dell'autore stesso, di cui il questore Gulì ha offerto ieri al numeroso pubblico presente un profilo inedito sottratto alla memoria. "Nei miei ricordi - ha detto il questore - c'è il giorno in cui Lacquaniti, appena ventritrenne ma già funzionario, arrivò a Piacenza, e nel mio ufficio la sua presenza fu preceduta da quella di suo padre, Pasquale Lacquaniti, che avrei scoperto mio vecchio collega". Da responsabile dei programmi didattici della Scuola Allievi Agenti di Piacenza a incaricato presso la Questura (responsabile Ufficio Minori, e, attualmente dirigente della Squadra Mobile) il passo fu breve, per il giovane commissario - oggi anche scrittore - dalla "personalità inquieta, imprevedibile ed interprete assolutamente originale" della figura di poliziotto, nella vita come, oggi, nel libro.
sim.seg.