Venerdì 18 Gennaio 2002 - Libertà
Cronaca nera a Piacenza: un commissario racconta
Libro di Girolamo Lacquaniti. L'investigatore che sa capire i drammi delle persone. Oggi presentazione
Oggi alle 17,30 verrà presentato, all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano (via S. Eufemia 12), il libro "Storie di un commissario di provincia", scritto da Girolamo Lacquaniti, dirigente della Squadra Mobile della Questura di Piacenza. Interverranno il questore Adamo Gulì, il direttore de "Il Nuovo Giornale" don Davide Maloberti, Paolo Dosi dell'Editrice Berti e Fausto Fiorentini.
Quale miglior osservatorio, sulla "cronaca nera", dell'ufficio di un dirigente della Questura? Girolamo Lacquaniti, capo della Squadra Mobile di Piacenza, ha tolto gli abiti di investigatore e ha indossato quelli, finora per lui inusuali, di scrittore. Ne è nato un libro, "Storie di un commissario di provincia", che raccoglie cinque fatti realmente accaduti, tre nella nostra città. Chi leggerà queste pagine non troverà uno di quegli ispettori tipici dei film made in Usa, tutto muscoli e pistola. Le storie pubblicate dall'editrice Berti, (128 pagine, sette euro) sono un'altra cosa. Si tratta sì di storie poliziesche, ma in cui gioca un ruolo determinante la componente umana, come sottolinea lo stesso Lacquaniti: "C'è l'albanese nei guai con la giustizia, ma di buon cuore, tanto da mettere in gioco la propria vita per salvare quella di una lucciola, c'è il professionista stimato con problemi di pedofilia, c'è la ragazza depressa con un grande bisogno di essere amata". La cornice in cui si muove il commissario è quella di una provincia, la nostra, soltanto apparentemente sonnolenta. Dietro si intrecciano storie inquietanti e spesso drammatiche. Lacquaniti le racconta con emozione e partecipazione che non sono solo professionali. E ripercorre indagini svolte con ritmo incalzante, fra appostamenti e interrogatori fino a tarda notte. La pazienza, l'abilità dell'investigatore e la capacità di capire al di là delle apparenze sono le sue armi. Mai un colpo di pistola, mai una scazzottatura. Gioca invece un ruolo determinante la disponibilità a mettersi sempre in gioco, non solo per risolvere il caso ma anche per aiutare persone a volte travolte da avvenimenti più grandi di loro. "E poi i lunghi verbali da compilare dopo l'operazione - spiega Lacquaniti - quei verbali che non si vedono mai nei film ma che tanto tempo portano via ad un poliziotto". Dalle pagine affiora un'altra città: la lucciola minacciata di morte, il confidente, spietati sfruttatori, l'insospettabile pedofilo preoccupato soprattutto di non finire sui giornali ("Fate ciò che dovete, però non ditelo alla stampa"), il rampollo di buona famiglia "pescato" con la fuoriserie a duecentotrenta l'ora annebbiato di coca. Lacquaniti è alla sua prima pubblicazione. E dimostra buone doti di narratore. Va al di là dei fatti e cerca, trovandolo, l'uomo. Con i suoi problemi, la sua disperazione, il suo lato tragico. "L'idea di scrivere mi è venuta dopo essere stato un mese a Lecce per lavoro - afferma - lì ho vissuto in prima persona situazioni che fino ad allora avevo visto solo attraverso la televisione e i giornali. Sulla strada le cose sono ben diverse". Da quali autori ha tratto spunto per il libro? "Lucarelli in una trasmissione televisiva ha detto che per scrivere bisogna leggere per forza, altrimenti non si saprebbe da chi copiare. Nel mio libro si fanno riferimenti per contenuti e per stile. Coloro da cui ho attinto di più sono Camilleri per certe situazioni e Baricco per lo stile".
Ermanno Mariani