Giovedì 24 Gennaio 2002 - Libertà
Gerberto, inventore in saio
Da abate di Bobbio a Papa dell'Anno Mille
"Gerberto d'Aurillac da Abate di Bobbio a Papa dell'Anno Mille". Dopo il congresso internazionale di Bobbio, oggi, alle 17,30, all'Auditorium della Fondazione in via Sant'Eufemia 12, verranno presentati gli atti del convegno stesso (che verranno distribuiti ai presenti). Interverranno Flavio Nuvolone, direttore scientifico dell'Archivum Bobiense, Giorgio Picasso, preside della Facoltà di Lettere della Cattolica, Pierre Racine dell'Università di Strasburgo.
Dal connubio organizzativo di "Archivum Bobiense", Rivista degli Archivi Storici Bobiensi, e dell'Università Cattolica di Milano, ha visto la luce in questi giorni un nuovo volume dal titolo "Gerberto d'Aurillac da Abate di Bobbio a Papa dell'Anno 1000". Un'opera prestigiosa elaborata da autori di prestigio, che fa parte della collezione di "Archivum Studia IV" e che non poteva essere concretizzata se non attraverso la sovvenzione, gratificante quanto illuminata, della "Fondazione di Piacenza e Vigevano". Una raccolta di ben ventitré "Studi" ad alto livello per altrettanti storici della complessa figura gerbertiana: dai suoi successi personali quale brillante docente universitario in una Reims aperta ai grandi temi della "Scholastica", alla sua investitura ad Abate di Bobbio da parte dell'imperatore Ottone II°, del quale godette stima ed amicizia; dal ruolo, pur breve ma sicuramente determinante, che egli ebbe in campo religioso, allorché salì al soglio pontificio nell'anno 999 col nome di Silvestro II°, a quello che svolse in campo scientifico e culturale, quale inventore e matematico dalle doti eccezionali. Una parabola esistenziale in rapida ascesa, la sua, tanto da lasciare il sentore del mito; eppure un mito subito dileguato nella labile memoria dei contemporanei come dei posteri, quasi fosse personaggio da dimenticare. E oggi, invece, riportato alla sua vera identità, riconosciuto nella sua più autentica e poliedrica personalità da una serie di "studia" mirabili: ovvero ciò che ne è conseguito dagli Atti del Congresso Internazionale, tenuto a Bobbio tra il 28 ed il 30 settembre 2000, a cui hanno partecipato studiosi di fama internazionale quali Pierre Racine, Jean-Pierre Caillet, Andrea Piazza, Massimo Oldoni, Flavio Nuvolone. Atti raccolti, con rara pazienza, dallo stesso Nuvolone, docente presso l'Università di Friburgo nonché direttore scientifico di "Archivum", il quale ha atteso anche alla loro pubblicazione che oggi ne è il risultato. Davvero notevoli per la profondità con cui essi sono stati eseguiti, per l'adesione psicologica che ciascun autore ha dimostrato verso questo spirito così versatile, per la varietà delle tematiche ed infine per la vastità dello sguardo sinottico che abbraccia i due secoli più temuti dai millenaristi, questo volume altro non poteva essere che il naturale completamento di "Gerberto: scienza, storia e mito", al cui autore, monsignor Michele Tosi, scomparso alcuni anni fa, va tutta la gratitudine del professor Nuvolone e di quanti lo conobbero. Il libro, che è stato stampato dalla Tipografia "ArtiGrafiche Bobiensi" e sarà in vendita a partire dalla fine di gennaio, è in elegante copertina blu, al cui centro campeggia un Ottone III° Imperatore, già allievo dello stesso Gerberto, affiancato da alcuni alti dignitari, mentre in basso a sinistra reca la firma originale, in caratteri tachigrafici, di Gerberto-Silvestro. Un fatto singolare circa il quale lo stesso Nuvolone pone un interrogativo, poiché il connotato tachigrafico in caratteri sillabici italici, come già rilevato dalla dottoressa Eugenia Ballerini, era stato conquista degli amanuensi dello "Scriptorium bobiense". Il volume, che conta 848 pagine e presenta 200 tavole circa, oltre ad una trentina di unità espositive, reca in apertura i messaggi di Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, di Giacomo Barabino, vescovo di Ventimiglia-Sanremo, di Roberto Schmid, rettore dell'Università di Pavia, di Réné Séjourné, vescovo di Saint-Flour, José Maria Guix, vescovo di Vich e di Angel Ponsa, assessore alla Cultura di San Cugat. Messaggi di piena soddisfazione per i lavori congressuali tenuti nell'estate del 2000 a Bobbio; luogo che, secondo una fedelissima quanto puntigliosa ricostruzione cronologica operata negli anni '80 dal compianto monsignor Tosi, 1019 anni prima vide l'arrivo di Gerberto in veste di Abate. "Incerte le sue origini sociali - scrive Edmond-René Labande, il più autorevole biografo dell'adolescenza di Gerberto - ma giovanetto dalle grandi doti intellettuali" che, come "oblatus", entra intorno all'anno 960 nel monastero di Saint-Géraud ad Aurillac, nel cuore dell'Alvergna. Qui apprende in modo perfetto la "grammatica", ovvero la lingua e la letteratura latine, mentre qualche anno dopo, e cioè intorno al 967, questo "allievo d'eccezione" partirà da Aurillac al seguito di Borrel, conte di Barcellona, per raggiungere la Catalogna dove, con l'appoggio del vescovo di Vich, si perfezionerà nelle arti complementari del "trivio" e del "quadrivio", a cui aggiungerà una vasta e profonda dottrina nell' astronomia, nell'astrologia, nell'algebra come nella geometria e nella musica. Dalla Spagna Gerberto fa rientro in terra di Francia, e a Reims diviene celebre Maestro: brillante disquisitore, invidiato docente, questo genio matematico nonché musico ed inventore parlerà ai suoi allievi non solo di "Patristica" ma anche dei testi classici, proponendo Virgilio e Terenzio, Orazio e Giovenale, i suoi preferiti, ma sarà tacciato di essere "poco monaco e mago". Da Reims a Bobbio, intorno al 981-982: come Abate, scrive Tosi, attenderà al settore culturale, visto che lo "Scriptorium" bobiense rimane ancora una delle più ricche e prestigiose officine della cultura internazionale. Un mandato di tutto rispetto, breve ed intenso prima del pontificato, per questo Maestro che risulta essere "certamente il più amato ed il più stimato di tutta l'Europa ottoniana".
Irene Malacalza