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Lunedì 21 Gennaio 2002 - Libertà

Un'arte per risvegliare le forze interiori

Scienza, filosofia e antica sapienza raccontate dall'astrofisica Giuliana Conforto

L'arte della memoria è un metodo antico, conosciuto presso i romani e i greci, utilizzato per sviluppare le funzioni intellettive e tramandato, per secoli, attraverso canali segreti, perché travolge gli schemi ufficiali della storia e della cultura e sconvolge il sistema conoscitivo imparato a scuola. Il pensiero umano è basato su nozioni incasellate e irrigidite in schemi ma non risponde alla domanda fondamentale: che cos'è la vita. Si tratta di conoscere se stessi, le capacità latenti del cervello, poiché siamo in grado di utilizzare solo il cinque per cento della nostra intelligenza.
Si tratta di andare oltre quella cultura che ci "nasconde la verità", a tal fine può scendere in campo solo l'arte della memoria. Così Giuliana Conforto (astrofisica, che fa parte dello Scientific and Medical Network, una rete internazionale di scienziati aperti a nuove conoscenze) ha esordito l'altra sera, presso l'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, durante un incontro con il pubblico piacentino per una serata organizzata dall'associazione culturale Conchiglia. "Il mondo che noi osserviamo - ha continuato, dopo un intervento iniziale dell'assessore Rosarita Mannina - non è che una parte infinitesimale del tutto, uno solo degli infiniti mondi possibili: gli altri, e per questo aspetto l'ermetismo si distanzia dalla scienza, non sono lontani nello spazio ma per il tempo". L'uomo, però, non percepisce questa verità a causa della storia, che ha perpetrato una sorta crimine contro il nostro cervello. "La maggior parte delle menti umane è cablata e non ha sviluppato che una minima parte delle proprie capacità. Il cervello è uno strumento straordinario che millenni di inganni hanno ridotto ad un servo meccanismo il quale agisce senza riflettere sulle conseguenze delle sue azioni. Per evolvere, la civiltà deve crescere e per crescere deve uscire dalla prigione mentale costituita dalla storia, dalla cultura e dall'educazione che ci fanno credere che l'unico mondo possibile è quello che vediamo. Questo è il grande inganno". La verità, al contrario, è l'unità e in questa unità ci sono infinite verità. L'arte della memoria serve quindi ad interrompere i giri a vuoto del meccanismo, sviluppando le facoltà latenti del cervello, attivando l'intuizione e scoprendo la propria indissolubile integrità. Per compiere questo processo può essere quindi l'aiuto di chi ha già fatto un percorso simile, una persona insomma che può svolgere la funzione di "ponte". "Nella fase di esercitazioni esperienziali (organizzate, per le prossime settimane, dall'associazione Conchiglia) mostrerò qual è l'approccio per uscire - ha promesso la Conforto - da quella rigidità mentale che è causa della sofferenza e dell'infelicità". L'uomo, infatti, ha concluso, non deve sentirsi lacerato per una visione duale ma deve comprendere di essere artefice della propria realtà e di non essere diviso e separato ma unito al tutto, come parte del tutto.

Silvia Barbieri

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