Domenica 24 Febbraio 2002 - Libertà
Mobbing, in ufficio come in trincea
Harald Ege ha partecipato al convegno organizzato da Anmil e dai sindacati confederali. L'esperto: "Una "guerra" che esiste dalla notte dei tempi"
C'è chi non dorme più la notte, chi è diventato anoressico, chi ha abbracciato il bicchiere. Il comune denominatore? Tutti "mobbizzati", ovvero vittime di vessazioni psicologiche sul luogo di lavoro. Ma il "mobbing", cos'è veramente? "E' una guerra sul posto di lavoro, in cui, tramite violenze psicologiche, fisiche o morali, una o più vittime vengono costrette ad esaudire la volontà dell'aggressore, con attacchi frequenti e duraturi diretti a danneggiare il lavoratore". La definizione del fenomeno, la più recente di quelle teorizzate in materia, arriva da un esperto internazionale di mobbing, Harald Ege, intervenuto ieri a Piacenza in occasione del convegno dedicato all'argomento da Anmil, Cgil, Cisl e Uil ("Il mobbing - I condizionamenti psicologici nel mondo del lavoro") presso l'Auditorium della Fondazione. Ma attenzione, mette in guardia l'esperto: il mobbing non è un fenomeno della società contemporanea, esiste dalla notte dei tempi e, soprattutto, guai a cadere vittima della disinformazione quando si tratti dell'argomento: "Perchè - spiega Ege - c'è ancora chi crede di essere "mobbizzato" dai vicini di pianerottolo oppure ritiene il mobbing una malattia contagiosa". E, quel che è ancora più grave, sottolinea l'esperto citando i casi di recenti sentenze in materia, l'ignoranza intorno all'essenza del fenomeno pare non risparmiare neppure le aule di Tribunale. All'incontro di ieri, coordinato dal giornalista di Libertà Giorgio Lambri e aperto dai saluti del sindaco Gianguido Guidotti (mentre il presidente della Provincia Dario Squeri, impossibilitato a partecipare, ha inviato agli organizzatori un telegramma), oltre ad Ege, che è anche presidente dell'associazione Prima di Bologna (attiva contro il mobbing e lo stress psicosociale), erano intervenuti Massimo Masi, componente dell'Osservatorio nazionale mobbing della Uil, Roberto Rimondini, medico specialista in psicologia, Giampiero Maggi, specialista in medicina del lavoro e Sonia Verderi, legale. Come combattere la piaga del mobbing? "Cogliendo il grido d'allarme lanciato dal lavoratore, sul luogo di lavoro ed in famiglia, istituendo, come è già avvenuto, centri d'ascolto, formando sull'argomento i rappresentanti sindacali di base", è la proposta di Masi (Uil), in attesa, è stato detto, di un intervento legislativo che finalmente consenta di gettare una luce e di circoscrivere esattamente i connotati del fenomeno. Ha diritto al risarcimento il lavoratore "mobbizzato"? "In assenza di una legge - ha risposto l'avvocato Verderi - le soluzioni possono essere diverse. Per esempio, il ricorso al codice penale, quando la vessazione possa tradursi in una fattispecie quali le molestie sessuali, la diffamazione, le lesioni colpose". Contemplata, in sede civile, la chiamata in causa del datore di lavoro responsabile di mobbing. Il consiglio? "Portare più prove e testimoni possibili".
Simona Segalini