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Sabato 16 Marzo 2002 - Libertà

"Avete un pessimo piano regolatore"

Discussione ad ampio raggio alla Fondazione con alcuni grandi esperti italiani. Duro giudizio di Cervellati. L'accusa: ignorate Mura e campagna. La difesa: salve le aree militari

Lascia un gusto amarognolo il dibattito sul restauro. E non è facile capire perché. Il parterre era da premio Oscar: allineava relatori di caratura nazionale che hanno regalato alla riflessione del pubblico (per lo più addetti ai lavori) spunti di non piccolo spessore culturale. Tuttavia, quattro ore e più per dialogare di teoria del restauro sono francamente tante, e poi la discussione sul Bastione Borghetto, che ci tocca così da vicino, ha finito con l'imboccare un tunnel senza uscita, che ha visto l'uno contro l'altro armati Marcello Spigaroli, il grande accusatore, e Marco Dezzi Bardeschi, il progettista. Con scontro verbale finale tra posizioni inconciliabili. In quanto al dibattito generale, ha toccato però corde sensibili. Attraverso il recupero dei "documenti storici" della città, viene esaltata o immiserita la nostra identità di cittadini. Non è cosa da poco. Ce lo ha ricordato Carlo Marini, presidente dell'associazione Parco delle Mura, che ha promosso il seminario. Marini vorrebbe un progetto complessivo sul parco, chiarezza sugli strumenti di intervento, s'infervora perché sia possibile una vera partecipazione dei cittadini-committenti nelle scelte sulla cura dell'antico. Va bene - dice Marini - l'ufficio per il Parco, l'orto sistemato di santa Maria di Campagna, quello dei Degani, ma la perimetrazione del Parco è ancora incerta, Borgofaxhall segna un esempio da non seguire, restano gli sfaciacarrozze nel sotto-mura, non c'è un sistema di parchi esterni. Il Bastione? Quel che è sorto sopra non è coerente con il documento antico. "Dove sono memoria, bellezza e vivibilità?". A rafforzare le parole di Marini arrivano, taglienti, i giudizi di Pier Luigi Cervellati, urbanista e docente all'Istituto Universitario di Venezia. Sarcastico sulla categoria ("Ci sono interventi che sono pugnalate alle città storiche, ma che noi architetti consideriamo capolavori"), disilluso sulla partecipazione dei cittadini ("la maggior parte abbatterebbe Porta Borghetto per farci un parcheggio e villette..."), bruciante sul piano regolatore di Piacenza ("E' pessimo, non considera il parco delle Mura né la campagna dove però tanti cittadini vanno a vivere e permetterà di costruire proprio a ridosso delle Mura"). Sicché il lavoro di Dezzi Bardeschi gli pare, in questo scenario di brutture in potenza o in essere, "straordinariamente elegante, vitale, capace di far discutere", e non può essere "un paravento per non parlare di veri orrori", del verde che sparisce, di interventi per edificare nelle aree dismesse, di scempi sull'edilizia minore. Solo molto più tardi, ad un'ora ormai improponibile, l'assessore Fausto Frontini prenderà il microfono per la replica, confidando la sua "indignazione" a chi gli siedeva vicino. "Due minuti per rispondere dopo mezz'ora di accuse sono pochi". Ma parlerà dell'ufficio istituito sul Parco delle Mura e del Po ("ha lavorato tantissimo, non solo con studi ma con interventi"); del recupero dell'orto dei Frati di Santa Maria di Campagna, dove si correva il rischio di avere un parcheggio; del progetto ormai esecutivo della pista ciclabile su via Tramello; degli interventi di risanamento sul Pubblico Passeggio, del concorso di idee per Piazza Cittadella che sarà portato avanti. E che dire dell'acquisto dei parchi della Galleana e del Daturi? Gli sfasciacarrozze? "E' la Provincia che ne ha prorogato la permanenza". E poi una battuta acida a Cervellati sul piano regolatore: "Lo ha fatto il suo collega Campos Venuti, che ne andava fiero, ma che non abbiamo scelto noi, noi comunque il Prg lo abbiamo recepito in pieno, ma salvando certe aree militari che sarebbero state rese edificabili".

Patrizia Soffientini

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