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Mercoledì 2 Marzo 2005 - Libertà

Ricci Oddi e Palazzo Ex Enel: utili "paletti" dalla Consulta

Il dibattito

Nel Palazzo ex Enel, è detto esplicitamente, devono trovare spazio le funzioni di servizio della Ricci Oddi. E' da sperare che al più presto il Comune di Piacenza affronti in modo organico l'argomento
Spesso, si ha l'impressione che, su certi argomenti di importanza anche cittadina, da noi si discuta più per discutere (o polemizzare) che per arrivare ad una conclusione o ad una decisione, cosicché i problemi si trascinano per anni all'infinito…
E' anche il caso del tormentone sulla Ricci Oddi e degli spazi espositivi per le arti visive. Per anni sembrava di ritornare continuamente alla casella di partenza: l'elezione del nuovo (relativamente nuovo, perché, su sei, quattro membri sono gli stessi del precedente) Consiglio di Amministrazione può essere l'occasione buona per passare a nuove caselle, se…… se ci sarà la volontà politica e culturale da parte di amministatori ed operatori artistici e culturalidi voltare finalmente pagina e risolvere alcuni problemi relativi alla Ricci Oddi ormai ineludibili. In proposito, può essere un contributo utile anche la recente presa di posizione della Consulta della Cultura con cui si sono posti alcuni e chiari paletti al riguardo.
Recependo, innanzitutto, l'orientamento generale uscito dal dibattito di questi ultimi anni, secondo cui la Galleria Ricci Oddi, pur sviluppandosi con nuove acquisizioni e con una propria ampia attività critico-scientifica, dovrà mantenere le caratteristiche di Galleria di Arte Moderna, con una forte impronta storico-critica originale ed una specificità e specializzazione che le derivano dalla sua origine e dalla sua storia, si è ribadita la necessità di una precisa connotazione sia storica che critica. Il delimitare la Collezione, in questo modo, temporalmente al periodo che va dalla fine dell'Ottocento agli anni 30/40 ed esteticamente a quei movimenti e a quelle espressioni artistiche che costituiscono il corpus della Collezione e che spaziano dal Romanticismo al Verismo ed al Realismo, al Vedutismo naturalista, alla Scapigliatura ed ai Macchiaioli per terminare con il Simbolismo e, se pur in modo marginale rispetto a questo nucleo centrale, con la corrente di Novecento, se recepito, potrebbe avere significative conseguenze pratiche. In primo luogo, finalmente, si uscirebbe da quella nebbia critica che fino ad ora ha avvolto l'argomento e si farebbe un innegabile passo avanti nella definizione da tutti richiesta di un preciso Progetto Culturale ed Artistico per il futuro della Galleria, dando un taglio netto a ambiguità, opportunismi e furbizie che fino ad ora hanno impedito di raggiungere questo obbiettivo. Si farebbe poi chiarezza sull'annoso e delicato problema delle donazioni che tante critiche ha sollevato in passato tra artisti ed operatori culturali. E' chiaro che, adottando questi criteri temporali e critici, il fondo esistente che non risponde a questi criteri non potrebbe in alcun modo entrare nella esposizione permanente né oggi, né in futuro anche allargando gli spazi espositivi fisici della Galleria. Così come le donazioni e le acquisizioni future, dovendo attenersi a questi criteri, non potrebbero più riguardare opere contemporanee, datate dal dopoguerra ad oggi, né opere che, pur del periodo precedente come ad esempio tutte le avanguardie, sono estranee ai principi critici delineati.
Questo, si spera, porrebbe fine all'indecoroso spettacolo dei tentativi di pittori piacentini e non, validi e non che, attraverso le donazioni, cercavano di entrare nell'Olimpo della Ricci Oddi. Il Regolamento dello Statuto prevede, lo ricordiamo, che il CDA "provvede alla nomina della Commissione Artistica che deve giudicare e riferire se le opere da acquistare o che venissero eventualmente donate non sminuiscano il decoro e l'importanza della Galleria" (condizione quest'ultima voluta dallo stesso Ricci Oddi e presente anche nell'Atto di Fondazione). E che "Tale Commissione è composta di quattro membri, di cui tre elettivi ed uno di diritto nella persona del Direttore della Galleria. I tre membri elettivi rimangono in carica 1 anno (…) e possono essere rieletti". E' da sperare, in proposito, che il nuovo Consiglio, nella elezione di questa Commissione, che deve avvenire al più presto, adotti quei criteri anche di trasparenza che in precedenza hanno lasciato alquanto a desiderare, dato che non sono mai stati resi pubblici i nomi dei membri delle precedenti Commissioni, nonostante le reiterate richieste al riguardo. Infine, l'adottare un chiaro criterio di delimitazione temporale della Ricci Oddi, che di fatto esclude le avanguardie storiche e i movimenti e le espressioni artistiche dal dopoguerra ai giorni nostri, porrebbe come compito immediato di affiancare alla Ricci Oddi una struttura espositiva che adempia il compito di documentare questa esperienza.
Un problema che la nostra città ha sempre eluso, ma che ora la disponibilità del Palazzo ex Enel pone all'ordine del giorno. Perché, su questo non debbono esserci dubbi, gli accordi tra Fondazione e Comune riguardo l'utilizzo di questa struttura non prevedono che in essa trovi posto un allargamento della esposizione temporanea della Ricci Oddi che, come giustamente è stato richiamato dalla Consulta della Cultura, può e deve trovare posto nella palazzina storica anche attraverso un uso più razionale degli spazi e con un recupero degli spazi oggi non adibiti ad esposizione.
Nel Palazzo ex Enel, è detto esplicitamente, devono invece trovare spazio le funzioni di servizio della Ricci Oddi. E' da sperare che al più presto il Comune di Piacenza affronti in modo organico l'argomento, che è complesso sia dal punto di vista economico che artistico-critico che architettonico, anche rispondendo pubblicamente alle proposte metodologiche avanzate in proposito dalla richiamata decisione della Consulta, rifuggendo da ogni soluzione poco trasparente, pasticciata e frammentaria: e, per favore, non si cominci, come ventilato, con il pateracchio di una mostra estemporanea a Palazzo ex Enel di "opere donate al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano", prima di avere definito e realizzato un adeguato progetto per l'Arte Contemporanea in queste sale.

*Responsabile Gruppo di Lavoro Arti Visive della Consulta della Cultura

ALBERTO ESSE*

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