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Sabato 27 Aprile 2002 - Libertà

Parla il direttore Angelo Del Boca

Esce la pubblicazione numero 30. "Studi Piacentini": laboratorio di ricerca

a rivista dell'istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea ha compiuto 15 anni.

La rivista dell'Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea di Piacenza, "Studi Piacentini", ha compiuto 15 anni e in questo periodo, con uscite semestrali, ha prodotto ben 30 volumi per complessive 7.275 pagine relative a 415 interventi di studiosi italiani (alcuni piacentini) e stranieri. In tutto una tiratura di 30mila copie. Per festeggiare il compleanno, di indubbio prestigio per una rivista del genere, è stato pubblicato recentemente il numero 30 di ben 420 pagine. Questa pubblicazione è figlia soprattutto dell'impegno del suo direttore, Angelo Del Boca, che l'ha creata nel 1987 per stimolare la ricerca storica sulla Resistenza, locale e generale, con il progetto dichiarato di ampliare lo sguardo a tutta la storia contemporanea, obiettivo in seguito ufficializzato anche con il cambio di denominazione dell'istituto che nel corso degli anni ha aggiunto a quella originale la dizione "età contemporanea". Il cambiamento era però già nel Dna di questa rivista in quanto Del Boca non poteva non portarla sulla sua specializzazione, cioè la storia coloniale italiana.
Negli anni la rivista ha attraversato momenti felici ed altri un po' meno sia per cause oggettive (la ricerca storica, soprattutto quella sull'età contemporanea, non ha molti cultori) sia per cause politiche e culturali. "Studi Piacentini" ha fatto ricerca scientifica, su questo non ci sono dubbi, ma contemporaneamente ha mantenuto collegamenti con la realtà contemporanea e non poteva essere diversamente date le sue origini. Inoltre Del Boca, in alcune occasioni, non ha mancato di schierarsi come d'altra parte fa nell'editoriale del n. 30 dove si impegna in un'analisi dei tempi moderni, analisi che va oltre gli ambiti della storia per entrare in quelli della cronaca. Pur essendo uno storico a tutti gli effetti, lo studioso si lascia spesso coinvolgere nel presente, ma lo fa con molta generosità come denota un passaggio del suo editoriale: "Qualche volta abbiamo corso il rischio di saltare un numero della rivista. Almeno una volta abbiamo sfiorato la chiusura. Quando, al Comune di Piacenza, la Giunta di centro-sinistra fu sostituita da una Giunta di centro-destra, paventammo la perdita del nostro principale sostenitore. E invece, anche se il contributo fu ridotto, il Comune di Piacenza continuò a finanziare la rivista, riconoscendo, con questo atto, che "Studi Piacentini", pur non celando il suo impegno progressista, è innanzitutto un laboratorio di ricerca. Alla Giunta Guidotti esprimiamo pertanto il nostro più sincero ringraziamento".
Del Boca cita e ringrazia anche gli altri due importanti finanziatori della rivista: l'Amministrazione Provinciale e la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Grazie a questi finanziamenti la rivista viene inviata a biblioteche italiane e straniere, raggiunge in omaggio circa 500 studiosi di storia contemporanea e ha ottenuto importanti riconoscimenti anche all'estero. Il suo percorso, sempre nell'ultimo numero, è ricordato da un articolo di Nicola Labanca, docente di storia contemporanea all'Università di Siena, collaboratore di "Studi Piacentini"; lo studioso passa in rassegna le diverse fasi attraverso cui è passata la pubblicazione, dai rapporti con la realtà piacentina all'impegno nella storia del colonialismo italiano in Africa. Interessanti anche i cenni sugli istituti storici della resistenza che sono nati nel 1949 per studiare il movimento di liberazione e nel tempo hanno assunto diverse specializzazioni. Ora in Italia sono una sessantina.
Nel suo saggio Labanca analizza il lavoro di "Studi Piacentini" nel contesto della cultura italiana sottolineando come le scelte attuate siano strettamente legate all'impegno del suo direttore, il professor Del Boca. "E' singolare pensare - afferma Labanca - che l'attività di direzione di una rivista come questa, attività che chiunque non esiterebbe a considerare assorbente, occupa solo una frazione della sua energia e del suo tempo. La rivista non sarebbe quella che è senza il suo impegno assiduo, senza le forse migliaia di lettere scambiate in quindici anni con i collaboratori, con le amministrazioni pubbliche, con chi ha finanziato questa impresa. E' ad esse che si deve la programmazione dei fascicoli, è al suo impegno che - caso raro nella difficile vita delle riviste degli Istituti storici della Resistenza - "Studi Piacentini" è uscita mantenendo la sua periodicità, semestre per semestre. La più attenta delle letture possibili di "Studi Piacentini" e al tempo stesso, in occasione del suo quindicesimo compleanno, il migliore degli auguri che si possa fare quindi alla sua città, all'Istituto di cui fu presidente, alla rivista stessa e ad Angelo Del Boca in persona, convergono nell'essere certi che - nelle sue mani - la rivista non solo ha già avuto un passato importante, ma avrà anche un importante futuro".
Il numero 30 si concede quindi anche spazi rievocativi, ma il sommario è in genere dedicato a saggi e ricerche che spaziano in diverse direzioni. Poiché la fogliazione è quasi il doppio di quella normale, l'aumento dei contributi ha permesso di ampliare anche le direzioni in cui di solito la rivista si muove. Ad esempio accanto al colonialismo, che resta sempre il settore privilegiato, abbiamo anche altri temi che indicano come "Studi Piacentini" sia aperta, pur nelle scelte già indicate dal suo direttore, a vari contributi. Lo si coglie anche dal sommario che richiamiamo di seguito in breve indicando, tra parentesi, gli autori. Due i saggi di storia locale: "Chiesa e assistenza a Piacenza tra Ottocento e Novecento" (Ersilio Fausto Fiorentini) e "L'antifascismo politico piacentino dall'armistizio alla crisi del primo Cln" (Mirco Dondi). Per la storia nazionale: "L'onore, la fortuna e il vanto d'essere stato marxista e comunista in Italia" (Gian Mario Bravo), "Giovanni Volpe e Intervento: storia di una rivista di cultura della Destra - 1972-1984" (Francesco Germinario), "La sorte degli ebrei in Francia nella zona di occupazione italiana" (Jacques Delarue), "La fucilazione di venticinque alpini e tre carabinieri a Sebenico, l'8 agosto 1943" (Giorgio Rochat); saggi dall'Africa alla Cina: "La tortura nell'Algeria francese: quasi mezzo secolo dopo la confessione del generale Aussaresses" (Ugo Ronfani), "La guerra italo etiopica da Amba Alagi ad Adua raccontata dai giornali italiani" (Marzo Scardigli), "L'inedita testimonianza di tre patrioti etiopi" (Richard Pankhurst), "Famiglia, patria e impero: per una storia della donna italiana in colonia" (Carla Grezzi), "Gli arabi nell'esercito italiano" (Stefano Fabei), "Riflessi del colpo di stato etiopico del dicembre 1960 nel Quotidiano Eritreo di Asmara" (Massimo Romandini), "Una curiosità onomastica: cognomi italiani di origine coloniale" (Marco Lenci), "Lettere dal Sudan" (Angelo Del Boca), "L'Etiopia e la Liberia nel pensiero politico africano fra mito e realtà" (Gian Paolo Calchi Novati), "Lodovico Nocentini e la penetrazione commerciale italiana in Asia Orientale (prima parte)" (Francesco Surdich). Vi è poi il citato saggio di Labanca sui quindici anni della rivista seguita dai sommari di tutti i numeri finora usciti. Infine vi è la rassegna bibliografica (schede di Massimo Romandini, Serena Groppelli, Alessandra Prati, Olivia Teragni) seguita dalla rubrica "Vita dell'Istituto" con un omaggio al comandante Fausto Cossu dello stesso direttore Del Boca.

Fausto Fiorentini

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