Venerdì 26 Aprile 2002 - Libertà
"Dalla Fondazione soldi per il ponte"
La Finanziaria: possibile destinare fondi alle opere pubbliche. E il presidente prospetta un intervento decisivo. Mazzocchi: siamo pronti a stanziare 50 milioni di euro
E se fosse la Fondazione a firmare l'assegno per il secondo ponte sul Po? Magari, non per l'importo complessivo, ma per una somma che potrebbe avvicinarsi alla metà; diciamo una cinquantina dei 123 milioni di euro (in lire circa 100 miliardi su 240) giudicati necessari per la realizzazione dell'opera. Il principale chiamato in causa, ossia Gian Carlo Mazzocchi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, non solo prende in seria considerazione l'ipotesi, ma se ne mostra addirittura entusiasta. E lo fa il giorno dopo la tormentata firma (l'altro ieri) sul protocollo tra Anas ed enti locali per dare nuovo slancio al progetto.
Lo spunto per rivolgersi a Mazzocchi l'ha fornito l'indiscrezione, trapelata ieri da Roma, che le fondazioni bancarie potrebbero diventare la cassaforte alla quale attingere per finanziare programmi di sviluppo e soprattutto piani per infrastrutture a livello locale. Pare, infatti, che in uno dei regolamenti della riforma delle fondazioni varata dal governo con l'ultima legge finanziaria sia prevista per questi organismi la "facoltà" di destinare fino al 10% del loro patrimonio anche al sostentamento di opere pubbliche. "Bene, benissimo, vorrà dire che facciamo il ponte, un pezzo almeno", è stato l'immediato commento di Mazzocchi alla novità che si profila. Davvero, presidente? "Sarebbe bello, utile, invece di litigare come hanno fatto ieri (mercoledì per chi legge, ndr) a palazzo Farnese". Mazzocchi, che era in sala, l'altro giorno, ad assistere alla stesura del nuovo protocollo, mette subito il dito sulla piaga. Le polemiche sulla reale efficacia del nuovo patto, alla luce delle assenze di peso tra le firme del documento (Regione Lombardia su tutti), le ha ben presenti: "Ora hanno firmato, d'accordo, ma finora nessuno è mai riuscito a fare nulla. E mi sembra che, di concreto, anche stavolta gli altri enti non abbiano granché in mano". Dal punto di vista finanziario, l'intesa raggiunta l'altro ieri fissa i paletti per l'importo (1,6 milioni di euro, pari a circa 3 miliardi di lire) necessario ad aggiornare il vecchio progetto del secondo ponte, e si è stabilito che a farsene carico saranno sia gli enti locali (Comuni di Piacenza, San Rocco e Guardamiglio, Province di Piacenza e Lodi, Regioni Emilia-Romagna e Lombardia) sia, e soprattutto, l'Anas. Ma per quanto concerne la copertura della somma occorrente alla costruzione (123 milioni di euro), si naviga ancora nelle nebbie. Il presidente dell'Anas, Vincenzo Pozzi, ha fatto riferimenti (drenare fondi della Finanziaria, inserire l'opera tra le priorità della legge-obiettivo, ricorrere a risorse private, attingere ai residui passivi dell'Anas) un po' generici, per la verità. E anche se il senatore Antonio Agogliati assicura che "la volontà politica" c'è, e che quella "vale più di un assegno firmato", la possibilità di un pingue intervento della Fondazione che faccia da capofila finanziario non può che essere vista con favore. Il 10% della dotazione patrimoniale dell'ente guidato da Mazzocchi significa all'incirca 50 milioni di euro (100 miliardi di lire): "Con quei soldi un bel pezzo di ponte lo facciamo - considera il presidente - certo che ci vuole la disponibilità anche di qualcun altro". Mazzocchi, per dare concretezza all'idea, sta organizzando un convegno sul secondo ponte, che potrebbe tenersi a metà giugno, con la partecipazione di tutti gli enti interessati, rappresentati ai massimi livelli (si conta sulla presenza anche del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni). Dopodiché, spiega il presidente, si potrà commissionare (magari a Mediobanca, che fa di queste cose) un project financing, a nostre spese, però occorre sapere bene qual è il tracciato, le caratteristiche dell'opera e così via. A quel punto vedremo di spendere un po' di soldi per fare un pezzo di ponte".
Gustavo Roccella