Mercoledì 10 Aprile 2002 - Libertà
La Storia rivissuta in famiglia
Vicende piccole e grandi del passato attraverso le ricerche negli archivi gentilizi piacentini. Una miniera culturale tra atti nobiliari e contratti agrari
Venerdì, 12 all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via S. Eufemia 12, si terrà, con inizio alle 9, un convegno di studi sugli archivi storici delle famiglie piacentine. "Sorie di casa", questo il titolo dato all'importante appuntamento che anticipa la IV Settimana per la cultura indetta dal Ministero per i beni e le attività culturali. Sul convegno, interessante non solo per gli "addetti ai lavori" abbiamo rivolto alcune domande al direttore dell'Archivio di Stato di Piacenza, dottor Gian Paolo Bulla.
Come mai questo convegno? "L'idea del convegno non è recente e viene dopo un'intensa attività svolta, dalla Soprintendenza Archivistica e dall'Archivio di Stato coi miei predecessori, per individuare e valorizzare gli archivi storici di famiglie e persone, in collaborazione con le associazioni culturali locali quali la Deputazione di Storia Patria, gli Amici del Bollettino Storico Piacentino e l'Istituto Storico del Risorgimento. Alla conclusione di alcuni interventi, che in parte saranno illustrati nel convegno, ci sembra giusto fare il punto circa questa specifica categoria dei beni archivistici privati, la quale, per dimensioni e quantità è di primaria importanza, soprattutto nel Piacentino. Qui le tante famiglie gentilizie e i loro rami si ritagliarono uno spazio, patrimoniale e politico, nei loro possedimenti agrari e feudali piuttosto che in una corte ducale che a lungo osteggiarono. In effetti, il loro radicamento in città e negli incarichi pubblici statali avvenne relativamente tardi. I loro archivi, che spesso si chiudono all'inizio del XIX secolo, rispecchiano proprio la prevalenza nel contado dei loro interessi economici e signorili". Quali novità salienti ci può anticipare? "Senza pretendere clamorosi scoop, si esporranno i più recenti lavori d'archivio, cercando di fornire anche qualche anticipazione storiografica.Tra le curiosità possiamo citare la scoperta, a causa di divisioni ereditarie, di carte Anguissola - in particolare di Vigolzone - in molteplici fondi anche forestieri: Malvezzi-Campeggi di Bologna, Giorgi-Avenia di Salerno, Visconti di Modrone. Oppure la ricerca, tuttora in corso, di quello che fu l'archivio Appiani d'Aragona, già signori di Piombino, di cui si è trovato qualche documento in altre famiglie. Poi, dal sistematico ordinamento dato ai maggiori archivi gentilizi piacentini alla fine del Settecento, prende corpo la figura di qualche archivista professionista di formazione giudica, tra cui per ora spicca quella del notaio bolognese Antonio Cavazzi. Trattandosi di archivi dinastico-familiari, vi emerge un quadro ovviamente limitato ai maggiorenti. Però si tratta di documentazione utile, a volte indispensabile, per indagare da una parte le istituzioni in cui le famiglie erano inserite, dall'altra i rapporti socio-economici con il ceto agricolo attraverso la gran messe di contratti agrari". Lei è il direttore dell'Archivio di Stato: qual è il ruolo e l'attività del suo Istituto nella valorizzazione di questi archivi? "L'Archivio di Stato di Piacenza ha sempre prestato attenzione al patrimonio archivistico appartenente alle famiglie locali: delle antiche dinastie dei " Magnifici", della nobiltà maggiore e minore, dei ceti imprenditoriali borghesi. L' Istituto offre a coloro che vogliono salvaguardare la memoria delle loro famiglie o di quelle a cui per eredità sono subentrati, un luogo sicuro e un'amministrazione intenzionata a valorizzarla, mettendola al servizio degli studiosi e dei cittadini. Volendo dare delle cifre, l'Archivio di Stato conserva una trentina di fondi familiari o personali, comprendenti numerose serie interne (rami familiari o congiunti, pergamene, feudi, ecc.). Si tratta di quasi il 10% del patrimonio documentario attualmente posseduto. Non bisogna dimenticare, però, che esistono numerosi altri archivi storici presso famiglie piacentine, ad esempio Zanardi Landi, Landi di Chiavenna, Anguissola Scotti, Scotti Douglas, Paveri Fontana, Cigala Fulgosi, e scusate se non cito gli altri. Essi sono stati oggetto di un accurato censimento, illustrato nel convegno, da parte di membri della Deputazione di Storia Patria". Chi e come opera in un settore così specialistico? "Negli ultimi anni sono stati riordinati e inventariati alcuni fondi (Cigala Fulgosi, Nasalli Rocca, Mancassola Pusterla, Anguissola da Vigolzone, Casati Rollieri, Marazzani, Gulieri, ecc.) conservati presso l'Archivio di Stato di Piacenza per permettere poi agli studiosi di muoversi su documentazione per così dire "pronta". Forse questo è il risultato di cui ci possiamo vantare. Come ci possiamo vantare della costituzione di un piccolo gruppo di valenti archivisti, specializzatosi su questo tipo di archivi tardomedievali e dell'età moderna. Infine, abbiamo trovato generosi interlocutori, in primo luogo la Fondazione di Piacenza e Vigevano che ha deciso di investire anche in questo settore culturale, non spettacolare e museografico, ma a suo modo suggestivo e rilevante per la storia locale. Ora si tratta di proseguire su questa strada, rafforzando anche i rapporti con l'Università, a partire dalla Cattolica di Piacenza e Milano, nonostante la riforma dei corsi di laurea non sembri favorire le laboriose ricerche d'archivio". E per la scuola dell'obbligo e superiore avete in programma iniziative? "Sì, da anni si è consolidato un rapporto con molti insegnanti di tutte le scuole finalizzato a visite guidate, lezioni e laboratori didattici. Nel prossimo anno scolastico, in collaborazione con le istituzioni che vorranno aderire, stiamo vagliando la realizzazione di una mostra didattico-documentaria con lo stesso titolo del presente convegno. Non solo, stiamo verificando la possibilità di promuovere una borsa di studio per laureandi o ricercatori che utilizzino i nostri fondi archivistici". Il convegno è promosso dalla Soprintendenza archivistrica per L'Emilia Romgana, e sarà presenete il soprintendente Euride Fregni che presiederà, dall'Archivio di Stato di Piacenza e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Fra i relatori Elena Riva della Cattolica diMilano, Daniela Morsia degli Amici del Bollettino storico piacentino, Carlo Emanuele Manfredi e Gustavo di Gropello della Deputazione di Soria patria di Piacenza, Anna Riva, arechivista, Maria Rosaria Celli Giorgini, dell'Archivio di Stato di Bologna, Enrico Angiolini dell'Università di Bologna Piero Rizzi Bianchi, archivista, Giorgio Fiori della Deputazione di Storia patria. Previste comunicazioni di "Cornelia Bevilacqua, Sara Fava, Cristiano Dotti ed Enrico Petrucciani".
Luca Valisnieri