Domenica 7 Aprile 2002 - Libertà
Solisti Veneti, archi sublimi
Il complesso diretto da Scimone in una prova di altissimo livello, con preziosi bis. Da Vivaldi a Paganini, esplosione di energia e colori
Al termine di un concerto magnetico ed emozionante Claudio Scimone, circondato da I Solisti Veneti, ha simbolicamente donato il suo cuore al pubblico piacentino, che da anni accoglie puntualmente l'esperta compagine e il suo acuto e simpatico direttore con calore e affetto. "Questo bellissimo teatro, splendidamente restaurato e con un'ottima acustica sprigiona amore": così il maestro, tra applausi ininterrotti, ha dato il via alla festosa rassegna finale dei bis di un concerto che ha rappresentato il penultimo appuntamento della stagione concertistica del Municipale (l'ultimo sarà con sua Maestà Accardo l'11 aprile dove il grande violinista sarà accompagnato dall'orchestra della Fondazione Toscanini). Al programma, che prevedeva Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, La musica notturna delle strade di Madrid G.324 di Luigi Boccherini, il Concerto in Do minore per oboe e archi di Benedetto Marcello e il Gran Duo Concertante per violino, contrabbasso e orchestra di Giovanni Bottesini, si sono aggiunti un tempo dal Quartetto per archi di Giuseppe Verdi, le Variazioni sul tema del Carnevale di Venezia di Nicolò Paganini e un tempo dalla prima delle Sei Sonate a quattro per archi di Gioacchino Rossini. Spunto quest'ultimo per un breve divertimento tutto teatrale nel quale Claudio Scimone, avvezzo a quest'arte, ha coinvolto anche i membri dell'orchestra. Il gioco teatrale, nello spazio riservato ai bis naturalmente, sembra entrare sempre di più nel mondo della concertistica, ma rimane prerogativa di formazioni d'alto livello, un sorriso strappato ad un pubblico già conquistato da bravura e bellezza. Bellezza colta, rubata alla Natura e offerta al mondo sonoro nei popolari quadri vivaldiani. Pagine d'intramontabile fascino che hanno portato I Solisti Veneti, tra le cui fila anche il contrabbassista piacentino Leonardo Colonna, a dipingere con fine tratto descrittivo i singoli episodi di questo racconto poetico denso di dettagli suggestivi. Nulla è sfuggito alla bacchetta di Claudio Scimone, colori vivaci, tinte sfumatissime, effetti timbrici, vitalità ritmica, il tutto in una visione carica d'energia, personale ed estremamente coinvolgente. In primo piano la bravura dei violini solisti, di Chiara Parrini, voce sferzante della tempesta d'estate e angoscioso fuggire della belva nella caccia d'autunno, e Lucio Degani (agile mano e prorompente arco del bis paganiniano), virtuoso nel cogliere la volubile e scintillante anima primaverile tra canti di uccelli e il mormorare delle fonti, magicamente espressivo nell'intenso quadro invernale. Nella seconda parte del concerto il sorriso di Claudio Scimone e il suo visibile e stringente desiderio di rendere ogni momento sonoro vivo, presente, traducendolo in tangibile emozione, hanno guidato il pubblico tra le vie di Madrid. Un accattivante percorso tracciato da Boccherini, strutturato in cinque momenti: "Ave Maria della Parrocchia", "Minuetto dei ciechi", "Rosario", "Los manolos" e "Ritirata". Reale uscita ricreata dai Solisti Veneti con un progressivo diminuendo giunto a un pianissimo ai limiti dell'udibile. Il suono si è dissolto, accompagnato dal saluto di Scimone, che, rivolto verso il pubblico, ha seguito con lo sguardo il disperdersi della musica. In finale altri due momenti di prezioso virtuosismo strumentale offerti dall'oboista Marco Gironi, sensibile interprete del celebre Concerto in Do minore per oboe e archi di Benedetto Marcello e da Lucio Degani e Gabriele Ragghianti, carismatici protagonisti del Gran Duo Concertante per violino, contrabbasso e orchestra di Bottesini.
Carlotta Ghezzi