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Martedì 2 Aprile 2002 - Libertà

Quattro film contro l'intolleranza

Da "Chocolat" a "Sacco e Vanzetti", cineforum da venerdì agli Scalabriniani

"Il lontano presente" e l'immigrazione. Un interessante cineforum sul tema è in programma nei prossimi quattro venerdì nella sala proiezioni dei Missionari Scalabriniani, in via Torta 14, curato da "Migrantes Diocesana" e Fondazione di Piacenza e Vigevano. Quattro film (proiezioni sempre con inizio alle 20.45) per parlare delle problematiche legate all'immigrazione che non mancheranno, con le loro storie, di suscitare dibattiti e commenti tra il pubblico. Si comincia venerdì 5 aprile con Chocolat di Lasse Hallström, con Juliette Binoche, Lena Olin, Johhny Depp e Judi Dench. La storia è ambientata in una piccola città francese, legata da abitudini e tradizioni, e dove l'ingresso di persone estranee crea diffidenza e curiosità. Ma la noia e la polvere del tempo saranno spazzate via dalle novità portate da una seducente Binoche. Il 12 aprile toccherà ad Intollerance, un film in 35 mm girato in 22 episodi da diversi registi italiani nel '96. Anche qui uno sguardo a differenti situazioni e contesti sociali segnati dall'intolleranza: un progetto di cinema impegnato a difendere l'uomo dall'uomo. Il 19 aprile spazio ad un film ormai classico firmato da Giuliano Montaldo nel 1971. Si tratta di Sacco e Vanzetti, ambientato nell'America anni '20 e costruito sul caso di Sacco e Vanzetti incriminati per omicidio e condannati alla sedia elettrica. Una sentenza che si rivelò un tributo alla follia xenofoba e ideologica. Infine il 26 aprile ecco il film del '93 di Maurizio Zaccaro L'articolo 2. Al centro della pellicola l'Islam e il matrimonio. Un algerino, immigrato a Milano, fa arrivare le due mogli e i figli per vivere secondo i costumi approvati dal Corano, ma non dalla legge italiana che nega alla donna il permesso definitivo di soggiorno. Pervaso da uno sdegno sincero nei confronti dell'intolleranza ipocrita degli italiani, monogami per legge ma adulteri "per natura", il film affronta il problema dell'immigrazione dal punto di vista culturale (non è più questione di soggiorno, ma di differenze di costumi).

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