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Giovedì 16 Maggio 2002 - Libertà

Al traguardo la casa per anziani

Primi frutti della donazione Belforti. La famiglia annuncia nuove elargizioni e auspica interventi rapidi. Castell'Arquato, ultimi lavori. "Apertura in estate"

Ai Pallastrelli di Castell'Arquato si incominciano ad intravedere i frutti della donazione Barani Belforti. E' infatti ormai pressoché ultimato il centro residenziale per anziani e disabili che i genitori di Cesare Belforti hanno voluto nascesse in memoria del loro unico figlio, morto a soli 36 anni in seguito a grave malattia. Era il 1993. Dopo gli studi a Fidenza, Cesare aveva scelto di lavorare in campagna, insieme al padre Luigi, agricoltore. Fu la mamma Anna Barani, maestra elementare ora in pensione, a pensare di ricordare il figlio scomparso, promuovendo il sorgere di qualcosa che potesse essere utile agli altri, nella casa, accanto all'abitazione dei Belforti, dove sarebbe dovuto andare a vivere Cesare. "L'idea l'ho presa dai giornali - spiega Anna Barani - leggendo che mancavano strutture per anziani e disabili, ho avuto il pensiero di donare all'Istituto Vassalli-Remondini di Castell'Arquato la casa con alcuni rustici annessi, il giardino, il frutteto, l'orto e la metà dei terreni che possedevamo". Il 28 giugno 1995 il Vassalli accetta la donazione. Con l'aiuto del presidente Giorgio Freschi, in carica dall'estate 1997, ricostruiamo, ora che il centro residenziale è quasi una realtà, qualche tappa di una vicenda lunga sette anni, un tempo che è sembrato interminabile ai coniugi Belforti. Freschi spiega che per i primi due anni l'istituto fu impegnato nella stesura del progetto, che arrivò anche ad ottenere la concessione edilizia. "Nel '97, però, i lavori dovevano ancora essere appaltati. Su stimolo dell'Amministrazione comunale, (al sindaco in carica spetta la nomina del Consiglio di amministrazione del Vassalli, ndr), riprendemmo in mano il progetto e il cantiere vero e proprio iniziò nella primavera del '98". Ora la signora Anna e il marito sono impazienti di vedere l'opera conclusa. Loro stessi cercano di aiutare per quanto loro possibile. All'esterno hanno sistemato il forno e il vecchio pozzo, "che serviva anche per le vicine Case Mariani. Abbiamo curato il giardino, il frutteto e l'orto, però - è il rammarico di Anna Barani - ci sembra che i lavori procedano con il contagocce. Sono anziana, ma voglio campare finché il ricovero non sarà finito". Il sogno dei coniugi Belforti è quello di poter anche ingrandire la struttura. "C'è un rustico lungo venti metri e largo quattordici, dove potrebbero ricavare altri alloggi. Contribuiremo anche con una donazione in denaro (duecento milioni di lire) al Vassalli, cui destineremo anche la parte restante dei nostri terreni, per un totale di circa centonovanta pertiche. L'importante, però, è che terminino presto questi primi lavori". Piergiorgio Bottarelli, sindaco di Castell'Arquato, comprende l'impazienza dei coniugi Belforti ed auspica che il Consiglio di Amministrazione della Casa protetta Vassalli tenga in considerazione le esigenze che hanno espresso, "anche in considerazione della loro età avanzata". Il primo cittadino auspica anche possano essere completati al più presto i lavori di questa struttura "importante per Castell'Arquato e tutta la Val d'Arda, la cui attivazione è attesa anche da numerosi cittadini anziani della zona". D'altro canto, Giuliana Ognibene, coordinatrice del Vassalli, fa notare come sui tempi incidono gli inevitabili adempimenti burocratici: "Entro l'estate dovremmo comunque aprire. Siamo ancora in attesa di alcuni permessi". Lo stesso presidente sottolinea come una struttura di questo tipo abbia necessariamente un iter complesso. "C'è stato un concatenarsi di fatti che hanno prolungato i tempi. Vale comunque sempre il motto: "Chi va piano, va sano e va lontano". Non possiamo in ogni caso aprire senza aver ottemperato - conclude Freschi - tutti gli obblighi". I lavori, costati finora circa 775mila euro (un miliardo e mezzo delle vecchie lire) sono stati interamente finanziati dal Vassalli, che è un Ipab (Istituto di Pubblica Assistenza e Beneficienza) pubblica. Per gli arredi ha contribuito la Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Anna Anselmi

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