Mercoledì 15 Maggio 2002 - Libertà
Travo, gli scavi parlano francese
Una squadra di archeologi d'oltralpe impegnata in agosto sul sito del Neolitico. Si valuterà un progetto di collaborazione scientifica
Il sito archeologico di sant'Andrea, a Travo, fa gola - scientificamente parlando - ai cugini d'Oltralpe: un "team" di studiosi francesi, guidati dal professor Alain Beeching, ritenuto uno dei massimi esperti europei della cultura di Chassey ("madre" dell'ultimo Neolitico, quello rinvenuto a Travo) sarà presente in Valtrebbia, in coincidenza con il periodo di scavi archeologici che anche quest'anno dovrebbe decollare ad agosto. "Il professor Beeching - ha confermato ieri da Parma Maria Bernabò Brea, della Soprintendenza archeologica - interverrà a Travo per valutare un progetto di collaborazione scientifica".
Allo scopo di dare corso alla proposta di cooperazione l'eminente studioso d'Oltralpe ha infatti richiesto ed ottenuto dal Cnr francese un finanziamento 'ad hoc', che sarà destinato alla permanenza sua e del suo "team" di collaboratori in Valtrebbia: e per il sito archeologico di Travo - non a caso ritenuto dagli esperti la più importante testimonianza di insediamento Neolitico recente dell'intero bacino del Nord Italia e probabilmente dell'intera Penisola - si prospetta la possibilità di un suo lancio definitivo ed in grande stile sulle piazze scientifiche nazionali ed internazionali. Proprio nella sede di sant'Andrea - all'interno di un perimetro di circa 2mila metri quadrati di superficie a valle del capoluogo, nelle immediate vicinanze del Trebbia - le ricerche erano partite nel 1995, precedute, nel 1983 e nel 1988, da monitoraggi compiuti in un appezzamento a poche decine di metri di distanza, che avevano consentito altri pregevoli ritrovamenti. Risale a sette anni fa l'avvio definitivo delle campagne di scavi, condotte direttamente dalla Soprintendenza archeologica dell'Emilia Romagna in collaborazione con l'associazione culturale La Minerva e con il Comune di Travo (e l'importante contributo economico della Fondazione di Piacenza e Vigevano). A tutt'oggi sono ormai centinaia e centinaia gli studenti delle Università di mezza Italia intervenuti agli scavi nel sito travese per un appuntamento che risulta atteso anche per i prossimi mesi. "Le capanne sino ad oggi venute alla luce ed indagate - ha spiegato la Bernabò - sono in tutto cinque, ma esistono buone possibilità per altri ritrovamenti della stessa specie. L'originalità assoluta dell'insediamento di Travo, che ha suscitato l'interesse del mondo scientifico d'Oltralpe - ha sottolineato l'archeologa - è costituita dal fatto che, a sant'Andrea, siamo in presenza di un autentico villaggio, con strutture 'isoorientatè e con una significativa pianificazione degli spazi interni, come altrove non è stato invece mai rinvenuto". L'attenzione scientifica degli esperti d'Oltralpe, testimoniata dalla prossima "spedizione" a Travo, sarà specificatamente rivolto a scandagliare analogie e punti di distacco della cultura del Neolitico locale rispetto alla matrice culturale d'area francese, da dove le relazioni con l'insediamento di Travo, in quei tempi remotissimi, dovevano essere significativamente intense.
Simona Segalini