Venerdì 3 Maggio 2002 - Libertà
Dalle fondazioni ex bancarie meno soldi per il sociale?
Lo teme il presidente dell'Acri se venissero privilegiati per legge gli investimenti per opere pubbliche
Roma - Consistente impegno finanziario delle Fondazioni nelle attività di volontariato nell'ultimo decennio: dal 1991 a oggi (gli ultimi dati ufficiali si riferiscono ai bilanci del 2000) gli enti di origine bancaria hanno infatti destinato ai fondi speciali per il volontariato circa 268 milioni di euro. A precisarlo è l'Acri, l'associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, che ricorda come da tempo si sia aperta una riflessione sui risultati ottenuti e sui problemi connessi alla normativa sul volontariato introdotta in Italia nel 1991 con la Legge n. 266 (e successivi decreti di attuazione). L'art. 15 della legge prevede infatti per le Fondazioni l'obbligo di accantonare un quindicesimo dei proventi annui netti ad appositi fondi speciali, costituiti presso le Regioni e Province autonome, destinati a finanziare l'attività di centri di servizio appositamente istituiti per sostenere e qualificare l'attività delle organizzazioni di volontariato. Così, alla luce delle ipotesi di modifica delle norme che regolano questo settore, l'Acri ha commissionato all'Irs uno studio per fotografare il sistema che sarà presentato domani. Proprio nei giorni scorsi, all'indomani delle indiscrezioni secondo cui in uno dei due regolamenti di attuazione della nuova normativa varata con la Finanziaria sarebbe previsto che gli enti destinino almeno il 10% del loro patrimonio (al netto delle quota investita nella banca conferitaria) al finanziamento di opere infrastrutturali, il presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti ha lanciato un nuovo allarme sul pericolo di snaturare quanto per le fondazioni era stato previsto con la Legge Ciampi.
Il ponte sul Po a Piacenza
Intervenendo ad un convegno, infatti, seppur favorevole a che le fondazioni bancarie siano chiamate a operare in settori tipicamente pubblici secondo un principio di sussidiarietà, Guzzetti si è però mostrato contrario a un allargamento delle sfera di attività a scapito di interventi in campo sociale. Un tema di grande attualità anche a Piacenza dove la Fondazione di Piacenza e Vigevano potrebbe partecipare al finanziamento per la costruzione del ponte stradale bis sul Po. Intanto sulla composizione delle fondazioni ci sono novità. Niente aumento al 70% per i rappresentanti degli enti territoriali negli organi di indirizzo delle Fondazioni di origine associativa. Lo stabilisce il testo del regolamento applicativo della riforma Tremonti di cui l'Ansa è in possesso e che prevede per le tutte le altre Fondazioni 7 rappresentanti del territorio su 10. In osservanza delle disposizioni di legge degli enti di origine associativa, diffusi soprattutto nell'Italia centrale.