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Lunedì 17 Giugno 2002 - Libertà

La musica irlandese al Guado, è un folk che conquista

Gli italiani Trip to Ireland a Sigerico per il Val Tidone Festival, concerto denso di emozioni

Nonostante il favore che il genere incontra da tempo presso di noi, il concetto di "musica folk irlandese" corrente in Italia è leggermente distorto rispetto alla realtà. Allegrissima, prorompente, indiavolata (intervallata giusto ogni tanto, per riprendere fiato, da sofferte, etiliche ballate): ecco come noi italiani amiamo figurarci la musica popolare dell'Isola Verde. Ma questa immagine è in parte frutto di un'illusione ottica: non la si può riferire senza forzature al folk irlandese nel suo complesso, ma caso mai a quella sua particolare versione mediata dal rock - a opera dei Pogues, di The men they couldn't hang, degli immensi Waterboys di Fisherman's blues, di quei Moving Hearts familiari ai fans di buona memoria - che negli anni '80, in modo tutto sommato felice, ha "globalizzato" questa tradizione. Alla musica irlandese più autentica, intrisa di umori agresti e ancestrali leggende, è invece votato - guarda un po' i casi della vita - un gruppo italiano al 100 per 100: parliamo dei Trip to Ireland, band lombardo-veneta con solide radici nel folk dell'Italia Settentrionale (una forma mentis che consente loro di accostarsi alle tradizione folk "altre" con sensibilità quasi filologica) che l'altra sera ha illuminato Val Tidone Etnica (il settore dedicato al folk del Val Tidone Festival, l'imponente rassegna di concerti parallela ai Concorsi internazionali di musica della Val Tidone che si sta svolgendo in questi giorni con molto successo). Il concerto dei Trip to Ireland si è svolto all'aperto a Calendasco (l'Amministrazione comunale co-promotrice era rappresentata per l'occasione dal vicesindaco Francesco Zangardi) in uno degli scenari più belli della Bassa del Po: il Guado di Sigerico, un paesaggio di selvaggia bellezza che non deve apparire oggi molto diverso da come apparve nel Medio Evo ai pellegrini incamminati sulla via Francigena. In una notte già abbastanza magica per la bellissima falce di luna gialla che illuminava il cielo, gli spettatori che gremivano il prato oltre l'argine hanno ascoltato ipnotizzati (ma non di rado danzanti) il chilometrico concerto di Trip to Ireland. Tre ore di "jig & reel" che sono letteralmente volate sulle ali del talento dei musicisti, tra i quali hanno brillato in modo particolare la fisarmonica di Roberto Carlotti e il violino di Carlo Ronzio; per tacere di Emanuela Crippa, caso eclatante (fin dalla sua pelle candida e dalla sua cascata di capelli rossi) di persona nata nel Paese sbagliato, capace di danzare la giga come un angelo in scarpe da ballerina e di evocare con la sua voce schiere di spiriti in ballate come Green grow the rushes e But for Ireland I'd not tell her name (versione inglese del brano tradizionale gaelico Es ar Eirinn ni neosfainn ce hi).

Alfredo Tenni

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