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Domenica 9 Giugno 2002 - Libertà

Tutti con le basette lunghe del grande Elvis

La mitica stella di Memphis si è fermata per un giorno ai Giardini Hawaii. Cd, foto d'epoca, calendari e tazze, molto colore e poca nostalgia

L'Italia calcistica soffre e tanto. La sconfitta con la Croazia ha reso ciechi gli entusiasmi della sbornia post-Ecuador. I Giardini Hawaii di Podenzano, viceversa, hanno ragione di gioire, perché decine di cultori di Elvis hanno raggiunto la nostra provincia da tutta Italia per festeggiare. L'appuntamento è l'Elvis Day, un'intera giornata (dalle 10 a mezzanotte) in cui si celebra la mitica stella di Memphis. Una giornata allestita dall'Elvis Friends Fan Club Italia in collaborazione con la Fondazione di Piacenza e Vigevano, il patrocinio del Comune di Podenzano e numerosi sponsor. Tra i tanti motivi d'interesse anche la solidarietà, visto che i proventi sono stati devoluti all'Associazione Alzheimer e all'Armonia. In piazza Italia fa bella mostra una splendida Cadillac bianca; vicino a questo simbolo degli States anni '50, diverse bandierine americane appiccicate sugli alberi. Qualche metro più in là si materializza invece la festa vera e propria, commentata dalle note di All shook up (eseguita da una cover band). Marco Barabaschi (presidente dell'Elvis fan club di Piacenza) e Stefano Bardelli (Fan Club Italia) hanno le idee chiare circa gli obiettivi di questo raduno: "Cerchiamo di riunire i fan e far rivivere il mito. Ogni Elvis è rappresentato, quello rivoluzionario degli anni '50 e quello appariscente degli anni '70". Basta guardarsi in giro per scorgere diversi bikers (puntuali fra gli stand della Harley Davidson) e alcuni di quegli "impersonators" che daranno vita, in serata, alla competizione che incoronerà il miglior sosia del giorno. Tommy Lee, nome d'arte di un Elvis di Avellino, porta la basetta lunga e folta, ma sa benissimo qual è il suo vero ruolo: "Non mi piacciono gli imitatori, specie quelli professionisti, che hanno banalizzato la figura di Presley e costruito un'intera carriera attorno ad una serie di ammiccamenti e mossette. Desidero quindi ricordarlo, più che rappresentarlo, possibilmente senza scimmiottarlo, perché Elvis era davvero unico ed inimitabile". Fra gli stand che vendono di tutto, dai cd e le foto d'epoca ai calendari da ufficio e le tazze, alcuni fans in veste di anomali rivenditori. Piero, da Milano, vende cd, vhs e dvd e ci dice che "tutti i dischi esposti sono bootleg rarissimi che la stessa Rca ha deciso di non stampare; una vera chicca per gli archivisti". Massimo, da Modena, vende gadgets della Harley e souvenir presleyani. Quando gli abbiamo chiesto le ragioni di questa strana alleanza fra l'universo motociclistico ed Elvis, è arrivata, sincera ed intelligente, la sua risposta: "E' vero, la Harley Davidson e Elvis non hanno molto in comune; non so neppure se ne guidò mai una, a differenza di Bob Dylan. Entrambi sono però simboli, un po' stereotipati ma riconoscibilissimi, di quell'America che oggi si vuole rappresentare e ricordare. Elvis non era un ribelle, a differenza di Johnny Cash o Chuck Berry, ma la sua importanza, per tante ragioni storiche, è fuori discussione". A Podenzano, fra molto colore e poca nostalgia, si è ricordato un mito ancora vivissimo nella memoria dei fedelissimi; le poche lacrime versate saranno state senz'altro dolci.

Emiliano Raffo

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