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Domenica 2 Giugno 2002 - Libertà

Santa Giustina, immagini e una lirica come preghiera

Dello scultore Giorgio Groppi, nella Sala delle Colonne in Vescovado, è stata presentata una elegante "brossure" realizzata in collaborazione con Soroptimist e Fondazione di Piacenza e Vigevano, per documentare, con una sequenza fotografica, la realizzazione della scultura di S. Giustina patrona di Piacenza e la collocazione della statua nella navata sinistra del Duomo. La direttrice dei Musei di Palazzo Farnese Antonella Gigli, anche a nome della sezione piacentina del Soroptimist, ha portato la testimonianza della scoperta, attraverso il "Libro del Maestro" della figura della Santa, quindi del significato importante della testimonianza del martirio, guida per tutti i credenti. Monsignor Domenico Ponzini, conservatore dei beni culturali della diocesi, ha puntualmente ripercorso il martirio della giovane Giustina di Antiochia martirizzata a Nicomedia, rivissuto nella realizzazione artistica. Igino Maj, da sempre solidale con lo scultore Groppi, ha dedicato una sua lirica, letta con commozione. La pubblicazione è arricchita da una presentazione del vescovo Luciano Monari oltre la nota di Domenico Ponzini, sintesi degli eventi citati che hanno segnato la venerazione della martire in Piacenza. Igino Maj presenta l'opera di Giorgio Groppi nel contesto del suo fare per buona parte dedicato a temi sacri, come il monumento a Papa Gregorio X, il bozzetto per S. Antonino a cavallo, che tanto ha fatto discutere, un progetto per S. Colombano. Si può agevolmente ripercorrere attraverso la documentazione fotografica, la progettazione del primo bozzetto in cera della statua, quindi il passaggio in gesso a grandezza naturale, il risultato della fusione, le fasi della pulitura e della doratura. Seguono le immagini del trasporto e la collocazione in Duomo. "La statua si presenta con una coloritura leggera, il manto azzurro, dorato il velo ad avvolgere le spalle, come un'aureola - ha voluto leggere mons. Ponzini - il volto ambrato, i capelli raccolti dietro, tenuti da una preziosa acconciatura. In mano la santa reca due rami di palma, simbolo del martirio (altro simbolo citato per S. Giustina e la scure secondo un'altra interpretazione dell'iconografia memoriale), ma anche segno di pace e perdono per i carnefici secondo l'insegnamento del Maestro". A chiusa del fascicolo una lirica di Igino Maj, come una preghiera.

GIANCARLO ANDREOLI

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