Martedì 25 Giugno 2002 - Libertà
Con Frattola e la Cella è un Cigno maestoso
Quando ci si arrampica per le strade di quel paesino incantevole e incontaminato che è Nibbiano e si arriva alla stretta, suggestiva piazza del castello sembra quasi impossibile poter portare fin lì un pianoforte, figurarsi ospitarvi un concerto affollato. Tutta questione di uso creativo degli spazi, evidentemente, perché erano moltissime ed entusiaste le persone che in quella piazza, l'altra sera, hanno assistito a un vibrante appuntamento del Val Tidone Festival. Protagonisti della serata sono stati due bravissimi artisti lirici piacentini. Uno, il tenore Luigi Frattola (che, abitando a Ziano, giocava quasi in casa), è un cantante dalla reputazione internazionale testata negli anni in teatri di prestigio mondiale e tuttora in continua ascesa (il suo prossimo impegno, nei primi giorni di luglio, sarà un'Aida all'Arena di Xanten, in Germania): la bellezza del timbro, i mezzi vocali possenti, la rigorosa attenzione alla partitura e l'incontenibile generosità fanno di lui il tipico beniamino del pubblico nostalgico dei tenori vecchio stile. L'altra, Giovanna Cella, è un soprano dalla timbrica suadente e quasi scura, reduce del prestigioso Premio Dordoni assegnatole nel 2001 del Circolo Lirico Bresciano. Per pura coincidenza, a fare la parte del leone nel programma del concerto sono stati estratti da un'unica opera di Verdi (che non a caso viene eseguita di rado per carenza di voci di primo piano): Un ballo in maschera, omaggiata prima da Frattola (con un'intensissima Ma se m'è forza perderti), poi dalla Cella (con Morrò, ma prima in grazia) e infine da tutti e due insieme (il grande duetto Teco io sto!, un brano difficilissimo reso in modo elettrizzante). I due artisti, nel corso del concerto, si sono poi divisi equamente grandi arie che sono state cavalli di battaglia per tutte le vedettes liriche del Novecento (Quando le sere al placido dalla verdiana Luisa Miller per lui, La mamma morta da Andrea Chénier di Giordano per lei), classici di Puccini (E lucean le stelle per il tenore, Vissi d'arte per il soprano), romanze di Francesco Paolo Tosti (Frattola con la dolcissima Malia, la Cella con L'ideale). Frattola si è concesso anche una calda e piacevole parentesi napoletana con I' te vurrìa vasà. Finale con Libiamo nè lieti calici, bissata a furor di popolo. Ad accompagnare al pianoforte i due cantanti era Siro Saracino, concertista di prestigio internazionale e giurato di lusso a quei Concorsi internazionali di musica della Val Tidone di cui il Val Tidone Festival (organizzato dal Comune di Pianello e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano col patrocinio di Regione, Provincia e Libertà e la collaborazione di otto altri Comuni tra cui lo stesso Nibbiano, rappresentato per l'occasione dal sindaco Alberto Borghi) costituisce l'affascinante corollario spettacolare. Un corollario che proseguirà fino al 20 luglio e finora non ha sbagliato un colpo.
Alfredo Tenni