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Martedì 25 Giugno 2002 - Libertà

Ramonda, assessore a rischio

A giorni la scelta. Leonardo Mazzoli si dimette da Unicoop, Paolo Dosi dalla Fondazione. C'è incompatibilità, deve lasciare Tesa o il Comune

Guido Ramonda ha tempo fino al 30 giugno per decidere che cosa fare, se restare assessore (urbanistica, ambiente, mobilità) della giunta Reggi o se lasciare Palazzo Mercanti per mantenere l'incarico di direttore generale di Tesa spa, la ex municipalizzata di acqua e rifiuti, controllata al 58% dal Comune. Gli uffici municipali ieri mattina hanno terminato l'istruttoria sulla possibile incompatibilità tra i due ruoli. E l'incompatibilità è possibile eccome, quantomeno esistono "fondati motivi" perché ci sia. Il segretario generale del Comune, Salvatore Sanfratello, lo ha fatto presente per iscritto al sindaco, Roberto Reggi, il quale, a stretto giro di posta, si è rivolto a Ramonda per invitarlo a rimuovere la, per ora ancora presunta, incompatibilità. E gli ha concesso dieci giorni di tempo a far data dalla nomina ad assessore che è stata il 20 giugno.
Nomina accettata tra l'altro con la formula "con riserva" dall'interessato, proprio perché la pendenza dell'incompatibilità era ben presente agli uffici che già avevano messo in conto di compiere le debite verifiche. Dunque, per far sapere che cosa deciderà di fare, Ramonda ha tempo, come si diceva, fino a domenica prossima, 30 giugno. La sostanza del problema è che ha troppi poteri in Tesa. La sua carica è paragonabile a quella di un consigliere delegato, il contratto che ha firmato gli assegna funzioni di definizione dell'attività dell'azienda e di sua rappresentanza che, norme e pareri giuridici alla mano, paiono incompatibili con la nomina ad assessore. Assessore anche all'ambiente, tra l'altro, una delega che, se non incompatibilità, quantomeno qualche imbarazzo potrebbe porlo al direttore di una società che si occupa di gestione delle aree verdi, del ciclo delle acque e dei rifiuti. Che deciderà di fare Ramonda? Ieri mattina, scherzando, raccontava che si sarebbe ritirato in convento per ponderare meglio la scelta. Non ha voluto dare alcuna anticipazione. Da annotare solo che nelle dichiarazioni rilasciate dopo la nomina ad assessore sembrava lasciar capire che l'eventualità di abbandonare Tesa prima del tempo (il suo contatto scade a fine 2002) un po' gli sarebbe costato, considerato che la spa si trova a un delicato momento di passaggio, con l'ingresso del nuovo socio privato, Camuzzi-Enel, ancora da digerire, con l'inceneritore da avviare (in autunno) e con il cda che deve chiarire i suoi rapporti con il sindaco Roberto Reggi che ne ha chiesto le dimissioni (per la parte di espressione comunale). Dall'altra parte, è sembrato anche che Ramonda avesse preso con slancio la nuova avventura in giunta (nonostante i mugugni per quella nomina in quota Ds che nel partito della Quercia non tutti hanno condiviso). Nel Palazzo c'è chi pensa a una strada per uscire dall'impasse: tramutare l'inquadramento in Tesa di Ramonda in un contratto di consulenza. Risolverebbe la questione dell'incompatibilità. Ma quale sia la soluzione a cui pensa l'interessato ancora non è dato sapere. Il caso Ramonda ha tenuto banco ieri anche in consiglio comunale. Reggi ha informato di aver dato tempo fino a domenica per rimuovere i vizi alla nomina. Tommaso Foti (An) ha lamentato che i consiglieri comunali non sia stati messi nelle condizioni di giudicare al meglio la questione non avendo avuto la documentazione necessaria. Ma riguardo alla nuova giunta, Foti ha sollevato anche un altro caso da verificare, di ineleggibilità stavolta. Quello di Leonardo Mazzoli, assessore ai servizi sociali e allo stesso tempo dipendente Unicoop, cooperativa sociale convenzionata con il Comune. E Mazzoli ha informato di aver già domandato l'aspettativa alla Unicoop e il recesso da socio. Foti ha chiesto conto anche su Carlo Berra, consigliere comunale (Ds) e presidente di Piacenza Fiere. Sulla possibile incompatibilità fra i due incarichi era già stato richiesto un parere alla Regione nel 2000 che aveva dato un provvisorio via libera. Ma, dice Foti, ora che Bologna ha approvato la trasformazione della Fiera in spa, sarà bene riaprire il dossier. Il mutamento in spa e il conseguente rinnovo dei vertici della Fiera sgombrerà il campo da ogni possibile equivoco, ha chiarito Berra: un passaggio imminente, tra l'altro, specie se la nuova amministrazione contribuirà ad accelerare la pratica. Ultimo caso di doppi incarichi sospetti sollevato ieri in aula (sempre da Foti) riguarda Paolo Dosi, eletto ora per la Margherita e già nel consiglio generale della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Lo statuto della Fondazione stabilisce l'incompatibilità con il seggio in consiglio comunale ecco perché Dosi, come ha informato ieri, si è già dimesso dall'ente di via Sant'Eufemia.

gu.ro.

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