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Mercoledì 17 Luglio 2002 - Libertà

Così dirigerò la Carmen

Farnese Festival - Parla Rota, sul podio dell'Ofi domani sera e sabato. "Ma che rabbia i tanti registi improvvisati"

Con la Carmen che andrà in scena domani sera alle 21.30, con Larissa Demidova e Mauro Pagano protagonisti, nel cortile di Palazzo Farnese (replica sabato 20 alla stessa ora) si rinnoverà l'appuntamento col Farnese Musica Festival organizzato dal Municipale e dall'assessorato alla cultura col sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e la direzione artistica di Paolo Bosisio. Una notizia che moltissimi melomani piacentini hanno appreso con particolare piacere è il nome del direttore d'orchestra che guiderà l'Orchestra Filarmonica Italiana: si tratta di Marcello Rota, il maestro piemontese che, fra tutti i direttori con cui l'Ofi ha avuto a che fare, è a giudizio di molti quello che attualmente ha il miglior feeling artistico con l'orchestra piacentina. E' sotto la sua bacchetta, tra l'altro, che l'Ofi ha fornito una rimarchevole prestazione nella Traviata andata in scena a Palazzo Farnese nel luglio 2001. Specializzato nel repertorio lirico, Rota ha più di 30 opere nel proprio repertorio: ha diretto in molti teatri di prestigio mondiale, in Europa e negli Usa, anche alla guida di orchestre leggendarie come la Royal Philarmonic Orchestra. Quali sono le cose che più la attraggono nella partitura di "Carmen"? "La sua eccezionale modernità e la sua straordinaria completezza. E' un vero banco di prova per ogni direttore, soprattutto per la difficoltà delle parti d'insieme e dei concertati, quintetto in testa". Quali sono le prime qualità di un bravo direttore lirico? "Le stesse di un bravo direttore sinfonico: competenza e studio attento della partitura. Le difficoltà, nel repertorio lirico, sono moltiplicate dagli imprevisti: il direttore lirico dev'essere all'occorrenza flessibile, e saper in ogni caso accompagnare il canto". Prima della seconda guerra mondiale, ad avere il nome sopra il titolo degli allestimenti operistici erano i grandi cantanti. Poi a firmare le opere sono stati i direttori d'orchestra, come primi responsabili dell'esecuzione musicale. Oggi, sempre più spesso, capita che a primeggiare sia il nome del regista. Anche lei, come tanti direttori, crede che i registi lirici stiano tendendo a occupare spazi che non competono loro? "Il problema non sono i tanti registi, noti e meno noti, tradizionalisti oppure audaci, che fanno bene e con competenza il loro lavoro. Il problema sono i sempre più numerosi registi improvvisati e ampiamente pubblicizzati, che pur senza essersi mai occupati di regia d'opera vengono ingaggiati dagli enti responsabili delle produzioni liriche, attratti dalla notorietà del loro nome. Hanno offerto una regia lirica persino a Lucio Dalla, che credo abbia finito, intelligentemente, per rinunciare. Non intendo certo candidarmi, ma avrebbe più senso ingaggiare come regista uno come me: dopo aver diretto centinaia di opere ho senz'altro finito per farci l'occhio più di tanti illustri debuttanti. Nessuno del resto, penserebbe di improvvisarsi direttore d'orchestra. Ma anche la regia, a quanto ne so, richiede studio, umiltà, competenza".

omar

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