Martedì 9 Luglio 2002 - Libertà
Piacenza nel primo Novecento
Edito dalla Tipleco il primo tomo del quarto volume della storia della città e della provincia. Dai tempi dei tram a cavalli sino alla Liberazione
E' in distribuzione il volume della storia di Piacenza relativo alla prima metà del Novecento (1900 - 1946). Parliamo dell'opera che è stata avviata dalla Cassa di Risparmio negli anni Settanta (il primo volume è uscito nel 1980) e poi passata alla Tip.Le.Co.. Un'impresa editoriale che, in alcuni momenti, sembrava destinata a restare incompiuta, ma che poi negli ultimi anni ha ripreso un andamento regolare rispettando, quasi con caparbietà, le tabelle di marcia.
A completare l'opera resta il secondo tomo del quinto volume: gli autori si sono già impegnati a consegnare il materiale entro il prossimo 30 novembre, l'opera verrà presentata nel giugno del 2003. E allora sarà la parola fine per una "Storia" che può reggere il confronto con le grandi opere del passato, quali quelle del Campi e del Poggiali (ovviamente con i debiti raffronti al periodo in cui sono nate) e che colloca Piacenza nel gruppetto delle poche città italiane che si sono dotate di una moderna storia locale. In quasi trent'anni, a tanto ammonta infatti il periodo di gestazione e di realizzazione di questa pubblicazione, vi sono stati momenti difficili. Qualche dubbio è venuto anche quando si è trattato di realizzare i tomi o volumi sul Novecento: c'era chi temeva che la cronaca potesse farsi sentire troppo sulla storia. Così non è stato, almeno per il volume che è attualmente in distribuzione, in quanto il tempo passa sempre più in fretta e l'analisi storica può avvicinarsi sempre di più agli anni in cui viviamo. Ovviamente sono state prese alcune precauzioni come precisa il regista di quest'ultima tappa, il prof. Ferdinando Arisi. "Per ragioni anche di continuità, - osserva lo studioso - mi sono avvalso, quando fu possibile, dei collaboratori del volume dell'Ottocento, per saldare il nuovo con il vecchio senza lacune. Alcuni aspetti della storia e della cultura sono del tutto nuovi: le associazioni, il cinema, la fotografia, lo sport; argomenti affidati a chi se ne era già interessato. Raccomandazione generale: i fatti, esposti sine ira et studio, non senza considerazioni derivate dall'esperienza e dal buon senso. Esempio da evitare qualche esperienza recente". Il volume ha le dimensione degli altri: formato cm 21,5 x 29, pagg.792, numerose foto a colori e in bianco e nero. Come già ricordato questa impegnativa impresa editoriale é stata impostata negli Anni Settanta dalla Cassa di Risparmio con la direzione scientifica della sezione di Piacenza della Deputazione di storia patria per le province parmensi. In origine era stato costituito un comitato di redazione formato da Piero Castignoli, Giovanni Forlini, Ferdinando Arisi e Carlo Emanuele Manfredi (più tardi figurerà anche Marco Boscarelli; tale organismo non verrà più citato nell'ultimo volume delle edizioni Tip.Le.Co.). Per l'Ottocento intervengono per il coordinamento don Franco Molinari e, per la grafica, Dante Formaleoni. Nella presentazione l'allora presidente della "Cassa", Giovanni Solinas, auspica che "siano non lontani i tempi in cui meditare sulla tragica vicenda umana, ragionare con la passione dettata dal desidero di conoscere il vero, 'sentire' con intelletto d'amore rappresentino le espressioni normali di un'attività culturale autentica. Ma il nuovo corso va preparato e propiziato". Queste le ragioni dell'opera: "Offrire ai piacentini materia di riflessione e ricerca sulle tormentate vicissitudini della loro storia". Uno dei motivi, non scritto, per cui è stato scelto l'Ottocento era anche la disponibilità degli autori a cui commissionare i vari capitoli. L'opera doveva essere seria, ma nello stesso tempo leggibile. In seguito questa impostazione sembrò non accontentare i sostenitori dello stile accademico. Per il secondo volume, "Dal Vescovo Conte alla Signoria", si devono attendere quattro anni, il 1984. Tra i responsabili redazionali, accanto a Castignoli, troviamo Maria Angiola Romanini. Sul piano organizzativo i veri problemi vengono però creati dalla sezione antica, "Dalle origini all'anno Mille" che vede la luce solo nel 1990. Coordinatore è Flaminio Ghizzoni, organizzatore Sandro Molinari, per la grafica resta Formaleoni. Questa sezione, impostata su tre volumi di fatto autonomi, uno composto dalla cartografia, finisce per portare alle estreme conseguenze la reazione al primo volume: si finisce per realizzare una serie di monografie altamente specializzate. Nel frattempo la Cassa di Risparmio, passata sotto la presidenza di Giancarlo Mazzocchi, si apprestava ai cambiamenti a tutti noti e l'impegno per completare l'opera si faceva sempre più irto di difficoltà organizzative. Infine l'istituto di credito cede alla Tip.Le.Co. l'intera operazione anche se continua ad impegnarsi con la propria struttura per la diffusione. Coordinato da Castignoli, nel 1997 fa la sua comparsa il grosso volume "Dalla Signoria viscontea al Principato farnesiano (1313-1545)". Vi intervengono ventidue studiosi. Nella premessa l'editore ricorda anche l'impegno, nel passaggio, della Fondazione, e vi è la dichiarazione esplicita che il cambio avverrà nella continuità. Sono quasi mille pagine che consigliano, per il volume successivo relativo al principato, di ricorrere a due tomi distinti ("Dai Farnese ai Borbone", tomo I e II). Avviene così il congiungimento con il primo volume dell'Ottocento. Ora è la volta della prima metà del Novecento (1900 - 1946); la conclusione fra un anno con il periodo 1946 - 2000.
Fausto Fiorentini