Domenica 7 Luglio 2002 - Libertà
Voce, arpa e violoncello: una magia di accordi
Val Tidone Festival: Morelli, De Rossi e Solci in una scommessa azzardata ma riuscita
Marina Morelli, Eddy De Rossi, Fausto Solci: ovvero, "la forza dell'insieme". Nonostante la bravura dei singoli componenti di questo giovane e raffinatissimo trio di musica da camera, infatti, ciò che più ha colpito il pubblico del concerto tenuto l'altra sera dai tre alla Rocchetta del Castello di Sarmato (l'esibizione del trio ha concluso Val Tidone Classica, il segmento tematico del Val Tidone Festival dedicato alla musica colta) è stato l'effetto complessivo, la magia dell'amalgama, il felice esito di una scommessa musicale azzardata ma riuscitissima. Il trio è infatti costituito da un organico affascinante quanto anomalo: voce di soprano (Marina Morelli, forte di un'eccellente preparazione tecnica e di un timbro rotondo e pastoso di notevole bellezza), arpa (Eddy De Rossi) e violoncello (Fausto Solci). Tre cose che stanno potenzialmente molto bene insieme, ma che - casi della vita, anzi, della storia - assai di rado si sono ritrovati insieme e da soli a stimolare la fantasia di questo o quel compositore. L'estrema esiguità - anzi, la virtuale inesistenza - di una letteratura "originale" per soprano, arpa e violoncello ha costretto Morelli, De Rossi e Solci a crearsi il proprio repertorio, in un certo senso, da soli: ricavandolo - trascrizione dopo trascrizione, adattamento su adattamento - da fonti della più varia provenienza (composizioni vocali o strumentali, celeberrime o sconosciute, sorrette dal pianoforte o dall'orchestra). Ha così preso forma un gruzzolo di brani come quelli inanellati a Sarmato l'altra sera: un programma sceltissimo, che unisce l'opera lirica più amata e popolare, romanze da camera (la grande "Malia" di Francesco Paolo Tosti), virtuosismi strumentali da salotto ottocentesco, gemme dimenticate del Sette e dell'Ottocento in un collage che reca in ogni sua parte l'impronta personalissima di questo trio. Il concerto sarmatese si è aperto con due brani strumentali (trascrizioni per violoncello e arpa della Sonata op. 5 n.3 di Romberg e delle Variazioni di bravura su un tema di Rossini di Paganini), ma a fare la parte del leone sono stati ovviamente i brani a tre: l'elegiaca "rimembranza" di Luzzi intitolata "Perché piango", una chicca per cultori eruditi come la romanza "Eternamente" di Amilcare Ponchielli, un'emozionante "Casta diva" dalla "Norma" di Bellini e soprattutto "O mio babbino caro" dal "Gianni Schicchi" di Puccini (il momento più riuscito) hanno costituito eloquente testimonianza della formula magica di un ensemble in cui è forse l'ammaliante colore vocale della Morelli a costituire il collante e l'ingrediente segreto. Ma sono state le "Deux chansons" di Krumpholtz, per sola voce e arpa, a emozionare gli astanti sopra ogni altra cosa. Il Val Tidone Festival è promosso dal Comune di Pianello e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano sotto la direzione artistica di Livio Bollani, col patrocinio di Regione, Provincia e Libertà e il contributo dei Comuni di Agazzano, Borgonovo, Calendasco, Castel San Giovanni, Gragnano, Nibbiano, Rottofreno e Sarmato (un Comune che a questo scopo ha visto il sindaco Mauro Torreggiani e l'assessore alla cultura Sabrina Gallinari impegnarsi in prima fila). E la Rocchetta del meraviglioso Castello di Sarmato, messa gentilmente a disposizione dalla contessa Maria Luisa Zanardi Landi, si è dimostrata una sede strategica (tre concentri su 14) di un'edizione del Festival da ricordare negli anni.
Alfredo Tenni