Domenica 28 Luglio 2002 - Libertà
Internet, quasi una fede
Gianni Degli Antoni, "guru" dell'informatica
Il pendolarismo, annoso problema che riguarda migliaia di piacentini, sarà risolto dall'informatica, parola di professore. C'è una proposta di progetto al riguardo, custodita in un cassetto della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che attende di essere finanziata ma è bloccata dalla legge Tremonti, informa il presidente Giancarlo Mazzocchi. La proposta è firmata Gianni Degli Antoni, il brillante docente universitario piacentino ascoltato come un vate da un capo all'altro della penisola (e non solo), un cervello da esportazione per spiegarci. Lo incontriamo nello studio milanese del Dipartimento di via Comelico, una stanzetta in penombra con un paio di pc, letteralmente stipata da libri, fascicoli, cd (uno arrivato da Bill Gates pochi giorni fa), videocassette di vario formato, tante fotografie e cartoline dei suoi studenti che testimoniano l'affetto che lo circonda, l'elegante cartoncino con tanto di stemma reale del consolato britannico di Milano che lo invita alla festa di celebrazione del giubileo di Elisabetta II, ma l'inventario del contenuto di quei pochi metri cubi è arduo. Parliamo della sua fede: l'Informatica, di Internet e connessi partendo dalla premessa che da tutte le parti Gianni Degli Antoni è chiamato per spiegare come sarà il futuro del consorzio umano marcato Internet. Alto, dinoccolato, lunga capigliatura argentea, il capo sempre proteso verso l'interlocutore, sguardo intenso e pronto al sorriso, voce suadente, un po' demodé nell'abbigliamento (ci perdoni professore se le abbiamo trovato un difettuccio), Degli Antoni attrae l'interesse con il fascino dell'intelligenza. Convinto che la più grande occasione per costruire un nuovo mondo sia la Rete, lo dice ovunque, nelle università, nei licei ed agli imprenditori, alla tivù e sui giornali, insomma è la fede del terzo millennio. Lei ha dichiarato che Internet è la più grande rivoluzione di tutti i tempi. "Sì, perchè è voluta dalla evoluzione umana ed ha una notevole quantità di significati e possibilità. Qualsiasi descrizione è limitativa e può essere rovesciata: è una tecnologia per avvicinare gli uomini/per allontanare gli uomini; per arricchirli/impoveririli; per vincere nel commercio/per perdere nel commercio; per accedere alla cultura/per impedire l' accesso; per dividere i ricchi dai poveri/per unire i ricchi ed i poveri; per aiutare i disabili/per allontanare i disabili. E' la cultura umana che ne emerge. Internet e l'elettronica sono le materie prime abilitanti alla costruzione sociale come il cemento lo è per gli edifici". Uno sguardo su ciò che è stato, sulle aspettative create dalla Rete: si possono osservare alcune delusioni. "Credo occorra molta attenzione sulla questione della delusione. Intanto la Rete si è sviluppata, ha reso possibile la nascita di una nuova cultura, in pochissimi anni le imprese usano la Rete, nella versione Intranet. Le pubbliche amministrazioni si apprestano a poter usare la Rete per uno stato informato e che si informa in modo corretto. La cultura aziendale è stata radicalmente modificata, i rapporti internazionali sono diventati più facili, le scuole devono competere per la loro qualità; la sicurezza, laddove si conoscono mittenti e destinatari, esiste, un certo spreco può essere eliminato, altri paesi vanno più veloci di noi ma non siamo del tutto perduti. La telefonia cellulare, assai più semplice ed adatta a certe culture, è un sottoprodotto della Rete e sta superando la stessa in diffusione, importanza e nel ruolo. Non credo sia poco: la speranza di guadagnare nello sviluppo è certo esistita e non ho mancato a denunciarne gli eccessi, tuttavia sarebbe stato possibile l'aumento di ricchezza se la comunicazione di massa fosse stata prudente. La promessa di guadagni facilitava l'acquisizione di elisir di ricchezza fatui, come nel 1630 in Olanda la borsa dei bulbi di tulipani ha avuto la sua fortuna e la inevitabile caduta". "Chi sta tentando di distruggere Internet vuole perpetuare la impossibilità di conoscere. In fondo basta gettare fango su Internet: pornografia, pedofilia e poche lettere false o anonime sono una ghiotta occasione per chi vuol dare scandalo e distruggere. Allora lo scandalo va gettato su tutto: economia, chiesa, stati, esercito, autostrade, poste, ed in effetti ciò avviene. Internet non c'entra nulla in tutto questo, è la nostra cultura che va rivista e la cultura della ipocrisia va curata prima che le sue conseguenze esplodano". Altri agenti di disturbo della Rete sono i virus, ne circolano moltissimi e si debellano solo dopo che qualcuno si è infettato: rischiamo di avere una paralisi informatica peggiore del Y2K? "Certamente sono assai peggiori del baco del 2000. Si tratta di guerra e questo va capito: la sicurezza nel trasporto delle merci per i Romani era determinante per la continuazione del loro impero. La mancanza di sicurezza favorisce chi la sicurezza la possiede. Il caso dei virus è emblematico, i virus rendono fragili i canali di comunicazione, obbligano alla difesa (che ha sempre avuto un costo), favoriscono chi sa difendersene. Oggi poi i virus, e le azioni di boicottaggio informatico fanno parte di battaglie, se non di guerre internazionali. La notte di Bagdad, durante la Guerra del Golfo, la contraerea irakena non funzionò a causa di un virus. Gli Usa stanno investendo sulla guerra informatica, nelle loro università agli studenti è richiesto di fare esperienza di hacking, da noi si predica e non sapremo difenderci quando ne avremo bisogno". Ha citato gli hackers, i cosidetti pirati informatici, un movimento protagonista di prodezze varie, al limite della legalità, salvo poi essere chiamati in aiuto per una password perduta. "Sono la più autentica figura di innovatore dei nostri tempi, spesso giovani, non sempre con molta cultura, talvolta mitizzati, talvolta criminalizzati, comunque sempre presenti. Talvolta sono puri hackers, talvolta sono contaminati. Forse i puri hackers ora non sono più nel mondo occidentale, sono in altri mondi più poveri e naturalmente fanno più paura. Oggi, gli hackers che io ho conosciuto nel passato, sono quasi tutti a contatto con servizi segreti, aiutano nella difesa dagli attacchi di virus e quant'altro". Sicurezza, ovvero riservatezza dati: è migliore il sistema europeo come sostiene il garante, professor Rodotà, oppure quello degli Usa? "Ho grande stima del prof. Rodotà, tuttavia considero del tutto inaccettabile la delega che gli viene data. Giudica tutto e tutti, ha complicato la burocrazia in modo inimmaginabile; la sua legge di fatto è stata impiegata per ridurre a zero la trasparenza verso i dati pubblici: personalmente ritengo che la legge di Rodotà sia stata un atto di guerra contro la trasparenza". La Rete ha connotazione politica? "Non è politica essere povero, non è politica essere ricco, non è politica voler crescere, non è politica voler fare impresa, non è politica voler diffondere una propria cultura quale che essa sia, non è politica diffondere Cattolicesimo o Islam, non è politica diffondere conoscenza. E' politico l'uso che se ne fa: impedire lo sviluppo di Internet per lasciar la mano libera alle tv, non lasciare una presenza dei piccoli, imporre regole che favoriscono solo i ricchi". La Rete è solo per i Paesi ricchi ed impoverisce ancor più quelli già in difficoltà, un ammonimento in proposito è stato lanciato dal Vaticano". "Intanto la rete l'hanno solo i paesi ricchi. Questi non hanno bisogno della rete per sfruttare risorse che sfruttano da decenni se non da secoli. Viceversa la Rete renderà possibile ai poveri di acquisire autonomia, di far da soli nel commercio, di ridurre il numero degli intermediari che vivono spesso troppo bene sulla intermediazione" Giovani, lavoro, new economy e nuove tecnologie, promesse mancate? "Tutt' altro! Informatici, ingegneri, architetti, fisici, filosofi, economisti, in tantissimi hanno lavorato e stanno lavorando. E' vero che in questo periodo esiste una crisi: la truffa della borsa facile sostenuta, ahimè, da troppi è venuta meno, ma nulla si è fermato, solo la truffa (e non sempre), il resto va avanti, le imprese stanno cambiando e se siamo sopravvissuti come economia lo dobbiamo ad Internet. La vecchia economia stagnava, e certo adesso vuol prendere la rivincita. I poteri tradizionali, non contenti di aver prodotto una cultura della conservazione, a partire da un'errata concezione della salvezza dell'ambiente, pretendono troppo. Ma si stanno sbagliando e la gente reagirà. Oggi la situazione à fortemente contradditoria, si desidera l'ambiente pulito, la conservazione della cultura, il miglioramento della qualità di vita, la sicurezza, il bel lavoro (garantito), salute, i politici lasciano che queste promesse circolino, quando non le fanno, e lasciano alle conseguenze, automatiche, di quelle credenze il compito di risolvere il problema: tali conseguenze si chiamano guerre". Per finire,cosa ci sarà oltre la Rete? "Certamente biotecnologie, informatica quantistica, computer biologici artificiali, materiali nanotecnologici, medicina basata sul Dna e superamento dei limiti fisici storicamente ritenuti tali. Ma anche la metafisica avanzerà e le religioni cercheranno di entrare nella dinamica del mondo; non sarà facile a fronte di ideologie, di etiche e di posizioni religiose antitetiche". Molti la definiscono il Guru, uno dei padri dell'Informatica in Italia, lei si definisce un liberista cibernetico, che cosa intende? "E' facile venir definiti, non sono certamente io il padre dell'informatica, semmai ne sono un interprete attivo, con una visione, la visione Cibernetica del controllo a misura dell'uomo e delle organizzazioni, sicuro che il conflitto fra individui ed organizzazione è solubile, seppure con una dose di buon senso, dai sistemi cibernetici quali quelli che oggi si possono realizzare. Senza libertà ciò è impossibile, ma non basta la libertà che viene distribuita a piccole dosi, ne occore di più, così come occorrono più occasioni per i giovani. Cominciamo da poco: via il direttore giornalista dei siti Internet comunque siano fatti, e lasciamo dirigere i ragazzini di tredici anni, loro in fondo spesso lo sanno fare mentre noi tutti, da una certa età in poi, forse possiamo essere direttori di cose che non capiremo mai più. Il resto avverrà per il bene comune senza alcun intervento". Permetta una domanda frivola professore: che hobby pratica? "Informatica, conoscenza a tempo pieno e fare scienza di ogni gesto".