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Sabato 27 Luglio 2002 - Libertà

Vigoleno, Tosca ingrana la "prima"

Teatro Castello - Finalmente in scena l'opera di Puccini, accolta con calorosi applausi. Marrocu, Ventre e Salvadori: i tre big "graffiano"

Anteprima bagnata, opera fortunata. Sulla Tosca in scena al Castello di Vigoleno, dopo la pioggia che ha interrotto la rappresentazione "numero zero" prevista mercoledì scorso per un pubblico di invitati, è tornato il sereno con la fortunata e applaudita "prima" di ieri sera (pubblico foltissimo). L'allestimento dell'amatissima opera di Puccini, curato dalla Fondazione Toscanini per la stagione estiva di lirica all'aperto "Busseto-Vigoleno 2002" (organizzata con le Province di Piacenza e Parma e coi Comuni di Vernasca e Busseto, nonché col sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano), è firmato dalla regista-scenografa Mietta Corli. Quest'ultima - assistita dalla costumista Simona Olivieri - ha dato vita a una messa in scena che non aggira e non maschera il profilo inequivocabilmente medievale dello splendido monumento che fa da sfondo all'opera, ma al contrario lo sfrutta per ricreare in chiave astratta e simbolica gli ambienti di ciascuno dei tre atti (non c'è dubbio, comunque, che come Castel Sant'Angelo la fortezza di Vigoleno fa la sua figura) e per dare respiro alle grandi scene d'insieme come il Te Deumdel primo atto. Un obiettivo perseguito anche con l'uso massiccio di proiezioni video che ingrandiscono i dettagli dell'azione e che "doppiano" pensieri e sentimenti dei personaggi (la marchesa Attavanti, ad esempio, è evocata con la ricorrente proiezione di un biondo volto di donna, preso dall'Ettore e Andromaca di Jean-Louis David alternata alle immagini di un'avvenente comparsa). Applausi unanimi e calorosi hanno salutato la compagnia di canto e in particolare i tre protagonisti. Il soprano Paoletta Marrocu, artista di grande presenza vocale e intelligentissima interprete è stata ancora una volta la Tosca tenera, appassionata, vulnerabile eppure temperamentosa che il pubblico lirico internazionale (compreso quello piacentino) conosce già da tempo. Nella parte di Cavaradossi, il tenore Carlo Ventre ha impressionato per corpo vocale e per la facilità degli acuti. Il baritono Antonio Salvadori, poi, è uno che la parte di Scarpia l'ha corteggiata per una vita intera, frenato a lungo - nonostante le benemerenze accumulate in trent'anni di ruggente carriera - da quella sorta di religioso timore noto solo ai veri artisti: basti pensare che, giovanissimo, rifiutò un invito a cantare Tosca rivoltogli dal celeberrimo direttore Lorin Maazel. Ora che da qualche anno Salvadori ha vinto le sue remore, i melomani possono finalmente ammirare in lui uno Scarpia con un carisma vocale e scenico d'altri tempi. Consensi sono andati anche ai comprimari (Cesare Lana, Stefanos Koroneos, Gianluca Floris, Andrea Cortese e il fiorenzuolano Alberto Mirino). Molto applauditi il bravissimo direttore Günter Neuhold alla guida dell'Orchestra Toscanini e il Coro Master di Piacenza diretto da Corrado Casati. Questa Tosca sarà replicata domani alle 21.30 e martedì alla stessa ora.

o. mar.

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