Giovedì 15 Agosto 2002 - Libertà
E' stato acquistato il complesso fra via Melchiorre Gioia e via Gregorio X
Alla Fondazione il convento dei Gesuiti. Una casa per studenti-pendolari gestita dalla Compagnia di Gesù la storia
Poco più di vent'anni fa i Gesuiti se ne andavano da Piacenza: lasciavano la loro sede di via Melchiorre Gioia dove, oltre a gestire un convento, officiavano anche la chiesa del Sacro Cuore, l'edificio sacro, ora chiuso, posto all'angolo con via Gregorio X. Nei loro locali avevano aperto nel dopoguerra la Casa dello Studente, un'istituzione che dava ospitalità ai giovani che ogni giorno venivano in città per studiare: a mezzo giorno potevano consumare un pasto caldo, vi erano poi strutture sportive e funzionava anche un doposcuola tenuto dai padri e dai fratelli della Compagnia di Gesù. Gli stessi religiosi avevano anche il seminario San Luigi con scuola media parificata e con annessa chiesa a Roncovero di Bettola. Anche da qui, dopo qualche anno (siamo nei primi anni Ottanta), se ne sono andati per ragioni di ristrutturazione interna. Non era la prima volta che importanti congregazioni lasciavano Piacenza. Dieci anni prima se ne erano andati i Fratelli delle Scuole Cristiane (quelli del Collegio San Vincenzo), in seguito sarebbe stata la volta dei Carmelitani Scalzi di via Nova. Tutti alle prese con la crisi delle vocazioni. Tornando ai Gesuiti, non era la prima volta che questi religiosi lasciavano Piacenza, ma nel passato erano stati costretti. La loro sede storica era Palazzo San Pietro, l'attuale biblioteca comunale. Cacciati, tornarono nella seconda metà dell'Ottocento. "Fino al 1881, non potendo tornare in possesso della loro primitiva sede di san Pietro, - scrive Fausto Fiorentini nel suo libro 'Le chiese di Piacenza'- furono ospitati in case di proprietà delle Orsoline in via della Morte. Dipendenti da Modena, nel 1885 i superiori sembravano propensi a ritirare i religiosi dalla nostra città, ma poi venne l'offerta, da parte dell'Ordinario diocesano, del complesso monastico un tempo tenuti dai Minimi. I Gesuiti accettarono e subito diedero il via ad una importante opera di restaurazione: il trasferimento poté essere effettuato nel 1887. Nella primavera del 1895 è la volta della chiesa che poté esse consacrata, con il nuovo titolo di Sacro Cuore, il 7 giugno 1896 dallo Scalabrini. I lavori continuarono ancora per due anni e tra l'altro fu innalzato anche il campanile. Da allora i Gesuiti ampliarono e ammodernarono il complesso di via Melchiorre Gioia, ma i lavori riguardarono, soprattutto, i locali dell'ex convento". Appunto l'ex convento dei Minimi che ora è stato acquistato dalla Fondazione.
Il complesso (si veda la scheda a lato) è collocato nel cuore della città storica e appartiene ad un tessuto urbano in via di riqualificazione. L'edificio è contiguo alla sede dell'ente di formazione Enaip, mentre, sempre sul fronte di via Melchiorre Gioia, angolo via della Ferma, c'è l'immobile del vecchio asilo Martelli, di proprietà privata. La Fondazione si è assicurata anche l'area del grande parcheggio interno serrato da questi edifici (il cortile del convento) e pare che si sia fatto un pensiero sull'ex asilo, ma è una partita tutta da verificare. Il costo del complesso dovrebbe aggirarsi sul miliardo e duecento milioni delle vecchie lire (600 mila euro). Comunque si sarebbe trattato di un prezzo conveniente, anche se non è stato possibile ottenere un riscontro diretto dall'istituto di via Sant'Eufemia, chiuso per la pausa estiva, sui particolari dell'acquisizione. Si sa però che per procedere all'acquisto del bene è stato chiesto e ottenuto anche il via-libera della Soprintendenza. Ma quale sarà l'utilizzo dell'ex convento, alloggiato in un edificio Anni '50, e a cui è annessa la chiesa del Sacro Cuore? La Fondazione non ha ancora deliberato. Ma il presidente, professor Giancarlo Mazzocchi, già a suo tempo aveva fatto cenno alla possibilità di collocare su un piano il centro di studi superiori delle religioni sostenuto dalla Fondazione, centro che manca di una sede stabile. L'immobile ha comunque una certa dimensione e potrà probabilmente ospitare anche altre attività. Si vedrà. Questa acquisizione segue, in ordine di tempo, il più impegnativo acquisto dell'ex palazzo Enel di via Santa Franca (3milioni e mezzo di euro circa) che verrà preso in carico dal Comune di Piacenza per allargare in parte le dotazioni della scuola Nicolini e per assicurare un maggior "respiro" alla Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi. p.s.
Cresce il patrimonio di beni immobiliari della Fondazione di Piacenza e Vigevano e così cresce anche il patrimonio della città, perché questi beni sono quasi sempre destinati ad un uso pubblico di rilevanza sociale. L'ultimo acquisto è l'ex convento dei Gesuiti, posto tra via Melchiorre Gioia, via Gregorio X e via della Ferma. Un'operazione già deliberata dal consiglio della Fondazione lo scorso anno e perfezionata agli inizi del 2002, ma di cui solo ora si ha notizia.