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Martedì 24 Settembre 2002 - Libertà

Bobbio e le radici nel tempo

Gli approfondimenti dell'Archivum Bobiense. Alla Fondazione di Piacenza e Vigevano la presentazione del 32° volume della prestigiosa rivista di studi storici della Diocesi. Nuovi contributi sugli anni tragici della Seconda Guerra Mondiale

Nuovi approfondimenti sulla storia di Bobbio, con due interessanti contributi alla ricostruzione di vicende a noi più vicine, legate ai tragici anni della Seconda Guerra mondiale. Il nuovo volume dell'Archivum Bobiense è stato presentato ieri all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ha contribuito alla pubblicazione anche di questo numero, il 23°, della prestigiosa rivista di studi storici, di proprietà della Diocesi di Piacenza-Bobbio. Non a caso, Danilo Biancospino, direttore responsabile dell'Archivum Bobiense e moderatore dell'incontro, in apertura ha letto messaggi inviati da esponenti del mondo accademico non solo italiano, a testimonianza della considerazione di cui gode la rivista. "Questo è il quinto volume della serie annuale ordinaria, edito dopo la scomparsa del fondatore, monsignor Michele Tosi. Negli anni, la rivista è cresciuta, ampliando i propri contenuti. Inoltre sono stati pubblicati gli atti di due convegni, sulla via Francigena e sul governo abbaziale di Gerberto a Bobbio". Dopo gli interventi di Alessandro Lunati, in rappresentanza della Fondazione e di monsignor Domenico Ponzini, che ha portato i saluti del vescovo Luciano Monari, sottolineando l'importanza del legame tra la pubblicazione e la diocesi. "Se è vero che il futuro, come spesso si ama ripetere, è nelle nostre radici - ha concluso mons. Ponzini - la rivista è un servizio grande offerto a tutti noi". Il sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali, non ha voluto mancare alla presentazione di quello che considera "un patrimonio" della città della Val Trebbia, nel quale "l'Amministrazione crede molto. Bobbio ha dato in passato un alto contributo alla cultura e dimostra di poter continuare a farlo anche in futuro" ha aggiunto il sindaco, evidenziando il fondamentale lavoro compiuto da chi dirige e da chi collabora al volume e l'altrettanto cruciale sostegno della Fondazione. La parola è passata a Flavio Nuvolone, docente all'Università di Friburgo, in Svizzera, e direttore scientifico di Archivum Bobiense. Il suo intervento ha sintetizzato i contenuti del volume 2002 che ha il suo centro di gravità nello studio dedicato al soggetto del mosaico di San Colombano, del quale un dettaglio compare in copertina. La rivista, ricca di 200 pagine in più rispetto al numero precedente, si apre con una carrellata sugli avvenimenti di carattere culturale che hanno avuto luogo a Bobbio e dintorni. Dopo una serie di tavole a colori, vengono presentati gli articoli. I primi tre, di carattere accademico, con gli studi Enrico Norelli dell'Università di Ginevra, di Jean-Michel Roessli dell'Università di Friburgo e di Irene Caiazzo della Sorbona. Il primo affronta "la collocazione storica e teologica della Lettera ai Laodicesi, una ricerca che risolve il problema in termini definitivi, attribuendo il pezzo alla corrente marcionita". Quella di Roessli è invece "una rivisitazione del problema del confronto tra Cristo e Orfeo e del progressivo recupero del secondo in ambito cristiano". Caiazzo si dedica all'analisi di estratti da un manoscritto oggi a Napoli, ma in origine proveniente dal monastero di San Colombano a Bobbio. Ci si sposta in Irlanda e in Gran Bretagna con lo studio di Ivo Musajo Somma che ha approfondito il ruolo dell'abate Colomba del monastero di Iona nella cristinizzazione della Scozia. Nuvolone continua l'analisi del simbolismo legato all'immagine di San Colombano, concentrandosi in particolare sul profeta Giona e sulla colomba. Il problema dell'origine della fondazione dell'abbazia di San Paolo a Mezzano è al centro della ricerca di Giacomo Coperchini. La sua ipotesi è la nascita dalla diaspora monastica all'epoca di Attala. Dopo i contributi di Giuseppe Ligato, Maria Luisa Bressani e Lucio Ceva, (oggetto ieri di specifiche relazioni di cui riferiamo a lato), il volume si conclude con la cronaca e la rassegna bibliografica, curata da Nuvolone.

Anna Anselmi

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