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Domenica 22 Settembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

Alzheimer, più vicini alle famiglie

A Piacenza potenziato il sostegno a domicilio. Se n'è parlato in un convegno alla Fondazione

C'è in atto un grosso sforzo per arrivare ad un nuovo approccio del problema Alzheimer. E, gradualmente, si sta sviluppando un diverso atteggiamento. Che porta ad una consapevolezza più matura. Ma c'è ancora tanta strada da percorrere, perché il problema possa essere finalmente affrontato con il contributo di tutti, dai privati alle istituzioni alle associazioni. Questo l'auspicio di Andrea Gelati, presidente della sezione piacentina dell'Associazione Alzheimer Italia. Il sodalizio ha promosso ed organizzato un importante convegno svoltosi ieri alla Fondazione di Piacenza e Vigevano. E' stato un momento di discussione che ha messo a confronto opinioni ed esperienze di tanti esperti del settore e che va sicuramente nella direzione di un nuovo "sistema" di sensibilizzazione ed informazione. In Italia i malati di demenza senile sono oramai un milione (9 mila casi l'anno nella nostra regione). La demenza senile (di cui l'Alzheimer costituisce la causa più frequente) sta divenendo una vera e propria emergenza sociale. Per fronteggiare la quale ci si sta muovendo (e queste sono state le due chiavi di lettura del convegno) sul piano dell'assistenza e della ricerca. Nel luglio scorso si è tenuta a Stoccolma l'ottava Conferenza Internazionale sulla malattia di Alzheimer e disturbi correlati. Un summit scientifico dal quale è emersa l'importanza della prevenzione e della diagnosi: lo scopo è quello di riuscire a diagnosticare la malattia prima ancora che si manifestino disturbi della memoria ed intervenire precocemente, grazie all'identificazione dei fattori di rischio e allo sviluppo tecnologico.
C'è poi l'aspetto dell'assistenza. Nel nostro paese si stanno sviluppando nuove ed innovative esperienze di interventi terapeutici, che coinvolgono in maniera sinergica tutte le figure interagenti nella vita di relazione del malato, creando un continuum tra la famiglia e le istituzioni. In questa maniera si permette al malato e alla famiglia un miglioramento della propria qualità di vita, a livello fisico, funzionale, sociale, emotivo e psicologico. In tale direzione va letto il "progetto demenze", promosso dalla Regione Emilia Romagna, che valorizza sempre di più il ruolo delle famiglie. Con un obiettivo ultimo, che è quello indicato al primo punto della Carta dei Diritti del malato di Alzheimer: "il diritto del malato ad un rispetto e ad una dignità pari a quella di ogni altro cittadino".

Daniela Morsia

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