Giovedì 12 Settembre 2002 - Libertà
A passi di danza contro la violenza
"Ground Zero", per riflettere sul dolore e vincere la paura. Municipale. Applausi e teatro esaurito per il balletto di Stefanescu, simbolismo e virtuosismo, domani replica
La fisicità del suono, il suono che diventa espressione di fisicità. Un gioco speculare che coinvolge le arti. Emozioni, drammi, spunti estetici accomunati dal bisogno umano di creare. E' la metamorfosi di un'idea che prende vita coinvolgendo pittura, poesia, danza, tecnologia e suono. Un palcoscenico tout court per riflettere sul dolore dell'umanità e trovare nelle nuove generazioni nate dall'amore la speranza di vincere la paura e guardare al futuro. 11 settembre: il giorno della memoria per non dimenticare i 20 tragici minuti che hanno cambiato la storia del mondo e reagire con una nota di speranza. Così la Compagnia Balletto Classico Cosi-Stefanescu di Reggio Emilia ha presentato ieri in prima assoluta al Municipale Ground Zero - Nuovo Giardino. Lo spettacolo (in un tempo unico), sostenuto dal Comune, dalla Provincia e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha debuttato ad un anno di distanza dall'attentato alle Twin Towers di New York ed è stato introdotto da Liliana Cosi che ha riportato le commosse parole del Console generale degli Stati Uniti in Italia. Una voce fuori scena ha poi letto le riflessioni che il sindaco Roberto Reggi ha scritto per il libretto di sala. Numerosissimo (in pratica teatro esaurito) e partecipe il pubblico, tra cui figuravano diverse autorità. L'opera poetica di Carla Roli e le tele di Marinel Stefanescu, presentate nella hall del teatro, hanno sottolineato lo stile della serata. L'evento ha celebrato anche il venticinquesimo anno di attività della Compagnia Balletto Classico creato da Liliana Cosi e Marinel Stefanescu nel 1977: lei, grande amatissima stella, lasciò la Scala, lui étoile rumena, una brillante carriera internazionale, diedero vita ad un appassionante lavoro in comune. Ora la compagnia di 14 solisti si è consolidata all'insegna di una tecnica rigorosa molto russa costruita su punte solide, equilibrio e leggerezza nelle ragazze, salto, giri e partnering virili nei ragazzi. Allo spettacolo di ieri sera hanno partecipato anche cinque allieve della scuola. Coerente con il proprio repertorio coreografico, Stefanescu ha evidenziato una concezione del balletto imperniata sui grandi temi edificanti narrati con spontaneo simbolismo e su una danza virtuosistica accademica vicina alla cultura dei Paesi dell'Est Europeo. Lo spettacolo del Municipale, suddiviso in sei quadri, non descrive il fatto, ma supera la realtà storica in una visione simbolica e allegorica. Alla reazione del terrorismo che si esprime distruggendo, Stefanescu (che ha firmato coreografia, scene, luci, costumi e pitture) risponde con un messaggio costruttivo di speranza per indurre alla riflessione. Il colore e la sua assenza, toni cupi e violenti si alternano. L'arte è l'intelligenza della vita che la violenza mortale vuole oscurare. E la scena si anima, proiezioni di quadri in movimento pulsano di colori, sanguinano su volti trasfigurati, colano in graffiti, vortici rivelano lividi chiarori e paesaggi astratti. Stefanescu sperimenta l'impulso motorio del fare pittura ed esplode in profondità. Il gesto del dipingere è dirompente e si esprime attraverso una calligrafia di segni, si ingigantisce in una grande ombra oscura o parte da zero, dalla goccia di colore che scende sulla superficie. E' una pittura che omaggia lo stile americano del secondo dopoguerra o rivela echi dolorosi espressionisti. I richiami artistici sono fatti anche di suggestioni sonore, urla di dolore, nitriti laceranti di cavalli, sembrano uscire da Guernica, il capolavoro cubista di Picasso. Le scene come affreschi colorati, le proizioni e le note musicali si coniugano ad un'architettura coreografica a tratti enfatica fatta di intensi passi a due, a tre e brani di insieme. I suoni di chitarre elettroniche, i canti mistici, il tocco graffiante rock dai toni apocalittici (nel finale, a sipario chiuso) fanno parte di una colonna sonora che spazia da brani di Ciaikowski e di Samuel Barber fino alle note di Adrian Enescu. La profezia dell'Apocalisse sembra realizzarsi, ma il messaggio dell'opera emerge come un grido di ferma speranza nella vittoria su tutte le potenze del male in un nuovo Eden in cui la bellezza e la natura si fondono nell'armonia. E la danza come un inno di gioia anima la pittura. E' una visione a sei quadri distribuiti su due piani: celeste e terrestre. E i protagonisti incarnano figure simboliche, emozioni e colori per dimostrare che si può portare in scena ogni aspetto dell'esistenza, anche quello più drammatico e difficile. Proprio come affermava Brecht: "Compito del teatro, come di tutte le altre arti, è rappresentare la vita e la gente". Domani sera replica.
Enrica Colombini