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Lunedì 30 Settembre 2002 - Libertà

Una profonda poesia e gusto estetico nei dipinti di Gabriele Maloberti

Fino al sei ottobre nell'Auditorium Casa del Popolo di Rivergaro una mostra personale che sta riscuotendo molto successo

Una raccolta di dipinti dal sapore vagamente neoclassico e dall'impostazione accademica per celebrare oltre trent'anni di attività del pittore piacentino Gabriele Maloberti nella personale, aperta sino al 6 ottobre nell'Auditorium-Casa del Popolo di Rivergaro,"La poesia come pittura". Titolo suggestivo per una mostra capace di evocare un mito.
Quell'" Ut pictura poesis" che caratterizzò un'epoca, il '500 manierista, ricco di fermenti innovatori, brillanti soluzioni retoriche e spregiudicati apparentamenti arte-letteratura-spettacolo. Come quegli illustri precedenti anche le opere di Maloberti - tutte olio su tela, ulteriore dimostrazione della validità di certa tradizione storica - costituiscono una naturale espansione della sua vivacità intellettuale, di una ben coltivata sensibilità poetica, di un notevole gusto estetico. Buon intuito, ottime capacità grafiche pur essendo un autodidatta ed incredibile velocità di esecuzione altro non sono che la conseguenza della poliedricità e vastità dei suoi interessi (musica, poesia, narrativa, teatro.…..), dei prediletti campi di studio (filosofia, sociologia, letteratura ……) e dell'instancabile attività di organizzatore culturale, sperimentatore di tecniche linguistiche nuove ed ardite in Italia e, spessissimo, all'estero, con un filo diretto con paesi dell'America Latina. La sua intensa attività pittorica, tuttora rigorosamente alternata alle altre discipline, ha, soprattutto all'estero, Colombia in particolare, sempre riscosso grande successo per aver saputo - in quella dimensione onirica, puramente contemplativa, quasi metafisica a lui congeniale - ridare centralità e vigore alla figura umana, femminile nella fattispecie, da certe tendenze dell'arte contemporanea seriamente intaccata, sfatta e vilipesa. Le immagini di donne, prevalenti rispetto alle rilassanti nature morte e ad alcuni graziosi paesaggi, stimolano educatamente i nostri sensi, arricchiscono la nostra fantasia e ci introducono in un universo segreto dominato da una sensualità raffinata, elegante, forse un poco decadente. In queste donne colte in atteggiamenti teneri, spontanei, a volte conturbanti nella loro genuina innocenza e, perciò, ancor più seducenti, la luce calda, soffusa e radente modella corpi giovani, sinuosi e statuari mentre il dolce chiaroscuro esalta umanità, tenerezza e soavità di amiche-modelle dal fascino anche esotico, su sfondi di forte impatto ambientale prospetticamente strutturati o, viceversa, indefiniti e di tonalità omogenea, vera e propria quinta teatrale. Nel baluginante attimo fuggente delle sue realistiche composizioni assimilabili, per impianto e nitidezza, a scatti fotografici, soggetti, gesti e movimenti sono ineffabilmente bloccati, assaporati in un'estatica sensazione, talvolta sospesi in una luminosità senza confini, immersi in un'aura silenziosa e, a tratti, anche malinconica. Le sue pitture diventano chiare espressioni interiori, riscoperta di una joie de vivre di ascendenza impressionistica, in un classicismo solenne, austero e senza età nel tentativo di risvegliare - nell'armonia delle forme, nella trasparenza dei colori e nell'icasticità dei contenuti - uno slancio vitale, una rinnovata passione in un vissuto quotidiano altrimenti troppo arido e scialbo. I nudi del pittore piacentino sono carne e materia abilmente trasfigurati dal colore, da un'epidermide delicata, da un incarnato liscio su cui lo sguardo dello spettatore scivola lentamente ed impercettibilmente stabilendo una forte intimità visiva, un'intrigante complicità. Manca, nella sua produzione, qualsiasi accenno di ribellione o di spunto polemico, di tensioni o contrasti esistenziali; nessun indizio di trasgressione ma, su tutto, una concezione spiritualizzata ed angelicata della donna, un sogno, quasi un'ossessione per qualche eccessivo compiacimento formale. Presuppone, forse, un'interpretazione positiva della società, dell'arte, della natura, madre benigna ed affettuosa. Con Maloberti una voce isolata, un sereno ed imperturbabile controcanto, un coraggioso anticonformismo in mezzo a tanta esasperazione politica e civile, sfiducia istituzionale, malumori personali, malesseri collettivi e generazionali che hanno trasformato l'arte in un campo di sperimentazione più o meno all'avanguardia. "La pittura come poesia", personale di Gabriele Maloberti, Auditorium di via Don Veneziani n. 64, Rivergaro, Piacenza. Orario: dal 31 agosto al 6 ottobre 2002, tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00 e dalle 21.00 alle 23.00, chiuso il lunedì. Allestimento a cura Comune di Rivergaro, Assessorato alla Cultura e Centro di pubblica lettura. Contributo Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Segreteria organizzazione: tel. 0523/953506. Catalogo di Stefano Pronti

Fabio Bianchi

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