Lunedì 14 Ottobre 2002 - Libertà
Adriana, poker di protagonisti
Sabato 19 alle 20,30 nel Salone degli Scenografi del Teatro Municipale, sarà eseguita un'opera lirica assente da troppo tempo dalle nostre scene pur essendo, da un secolo a questa parte, tra i titoli più amati del grande repertorio italiano. Abbiamo scritto "un secolo" senza alcuna approssimazione: in questo 2002 Adriana Lecouvreur - il melodramma di Francesco Cilea su libretto di Arturo Colautti che potremo (ri)ascoltare sabato - compie infatti cento anni. Tanti ne sono trascorsi da quel 6 novembre 1902 che vide Adriana debuttare al Lirico di Milano con un cast vertiginoso: Enrico Caruso, Angelica Pandolfini, Giuseppe De Luca. Per il capolavoro di Cilea fu subito un grande successo e nei decenni successivi il ruolo della protagonista divenne un cavallo di battaglia per una legione di soprani-primedonne (su tutte Magda Olivero, l'Adriana per eccellenza).
E'assolutamente ammirevole che a organizzare l'unica (l'unica!) esecuzione di quest'opera in Emilia-Romagna nell'anno del centenario non sia un ente pubblico, ma un'associazione di appassionati. Parliamo degli Amici della Lirica, che festeggiano il quarantennale della propria costituzione e, col sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, hanno onorato due anniversari in un colpo solo mettendo in piedi questa Adriana: un'esecuzione in forma di oratorio (cioè senza regia, scene e costumi) ma in versione integrale, con tanto di orchestra e coro. Un'impresa che corona una serie di allestimenti realizzati "in proprio" dagli Amici della Lirica a Piacenza negli ultimi anni (il Corsaro di Verdi nel '98 al San Matteo, debuttoassoluto della futura star Ambrogio Maestri; il verdiano Attila l'anno dopo al Salone; il Requiem di Verdi al Municipale nel 2001 in memoria del grande tenore Flaviano Labò; i Puritani per il bicenenario belliniano al Salone nello stesso anno, esercitando allora un ruolo di "supplenza" rispetto alle dimenticanze dei cartelloni ufficiali). "E' stato uno sforzo enorme, ma ne è valsa la pena", dice raggiante di questa Adriana il presidente del sodalizio Giorgio Fernandi. Almeno sulla carta, si può senz'altro concordare con lui, visto l'impressionante poker di protagonisti calato sul tavolo. Nella parte della protagonista avremo una cantante di rara bravura e raffinatezza come il soprano Cristina Mantese. Nei panni del conte Maurizio di Sassonia troveremo una stella di lustro mondiale come il tenore islandese Kristian Johannsson. La principessa di Bouillon sarà una cantante assai amata dal pubblico piacentino: il mezzosoprano Marta Moretto, che fu Ortruda al Municipale nel felicissimo Lohengrin in italiano della stagione 2000/2001. E la parte di Michonnet sarà affidata a un altro grande nome: quello del baritono Armando Ariostini. Il Conservatorio Nicolini collabora mettendo a disposizione, per i ruoli di contorno, alcuni dei migliori allievi delle proprie tre classi di canto. Si tratta di un manipolo di giovani cantanti già ben familiari al pubblico lirico piacentino: il tenore Park Young Bum (abate di Chazeuil), il soprano Lee Hyun Sook (Mademoiselle Jouvenot), il mezzosoprano Stefania Ferrari (Mademoiselle Dangeville), il tenore Luca Tamani (Poisson), il basso Federico Scoponi (Quinault). L'Orchestra Lirico-Sinfonica e il Coro della Provincia di Lecco saranno diretti da Roberto Gianola. L'opera sarà introdotta dal critico Giancarlo Landini con una doppia prolusione: da una parte una disamina storico-critica di Adriana; dall'altra un ricordo di Giorgio Banti, il vicedirettore del mensile "L'opera" scomparso di recente a soli 59 anni, profondamente legato dalla sua lunga militanza critica a Piacenza e in particolare al compianto Stefano Ferrari, impresario, melomane di somma competenza e presidente "storico" degli Amici della Lirica.
Oliviero Marchesi