Sabato 12 Ottobre 2002 - Libertà
Ieri il primo convegno nazionale sulla "domotica"
Una casa dove si può lavorare meglio, dove anche anziani e disabili possono vivere in modo più autonomo e dove si riescono a controllare i livelli di benessere e di salute, risparmiando energia. Sugli scenari futuri (e in parte già presenti) che attendono le nostre abitazioni si è svolto ieri all'Università Cattolica del Sacro Cuore il primo convegno nazionale Tecnologie ed economia della domotica, organizzato dall'Aei (Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana), con il supporto di: Anie (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche), Cratos (Centro di Ricerca sulle Applicazioni della Telematica alle Organizzazioni e alla Società) e Università Cattolica di Piacenza, con il patrocinio della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Già nella sua presentazione Domenico Ferrari, direttore di Cratos, ha evidenziato come il settore della Domotica seppure limitato in Italia e non solo, sia però in forte espansione, mentre Alessandro Clerici, presidente Aei, ha espresso il suo disappunto per il mancato coinvolgimento nel discorso dell'utente finale, al quale sono chiari i costi aggiuntivi, più che i benefici delle nuove tecnologie. Roberto Taranto, presidente dell'Anie, ha illustrato la complessità del mercato della casa cosiddetta intelligente, che influisce negativamente sul suo sviluppo. Oltre ad un necessario cambiamento di mentalità per avvicinare l'utente, Taranto ha auspicato interventi legislativi che, pur non essendo onerosi per le finanze pubbliche, possano favorire, attraverso periodiche revisioni e certificazioni, un rinnovo degli impianti, in particolare di quello elettrico e del parco ascensori, "il più grande e il più vecchio del mondo". Francesco Benzi del'Università di Pavia ha premesso al suo articolato intervento qualche definizione, a cominciare dal concetto di domotica, cioè "l'integrazione nella vita domestica di diverse tecnologie quali l'elettrotecnica, l'elettronica, l'informatica, la comunicazione e più in generale l'automazione". Ma gli scenari evocati dalle varie relazioni sono solo futuribili e rivolti ad una ristretta élite? Secondo Arturo Colantuoni Sanvenero, a capo di una società del settore, ci sarà un'evoluzione più rapida di quanto si potrebbe immaginare. "Un po' come è successo per il telefonino o per la tv a colori, all'inizio prodotti destinati alla fascia elevata del mercato, ma presto molto diffusi. L'obbiettivo della domotica è infatti proprio il mass market". A favore dell'espansione dell'automazione domestica, Colantuoni cita i vantaggi gestionali ed economici. "Oggi il bene più importante è il tempo e, d'altra parte, ne trascorriamo sempre meno a casa. Grazie alla domotica, è però possibile gestire la propria abitazione in modo più efficace. La si può controllare direttamente dall'ambiente di lavoro, per cui si guadagna in tranquillità e sicurezza". Si possono così scongiurare incidenti domestici, causati da dimenticanze ed inavvertenze o da guasti, così come diventa impossibile dimenticare la porta di casa aperta, perché possiamo chiedere ad un sistema di controllare tutti gli accessi. Altrettanto difficile restare chiusi fuori di casa, perché in futuro questa si spalancherà non per mezzo di chiavi, ma di impronte digitali. Fondamentale anche il risparmio energetico, ottenibile dai minori consumi e dal maggior controllo degli elettrodomestici, in dialogo tra di loro.
Anna Anselmi