Sabato 12 Ottobre 2002 - Libertà
Dibattito alla Fondazione sul teatro medioevale e rinascimentale
All'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano si è tenuta, a cura del Centro studi sul teatro medioevale e rinascimentale, una tavola
rotonda di approfondimento sul tema: "Il senso tragico dell'onore, dal medioevo al barocco". Una folta rappresentanza di studenti delle scuole medie superiori cittadine, ha seguito con attenzione le relazioni coordinate dal prof. Federico Doglio, presidente del Centro studi.
Doglio in apertura dei lavori ha sottolineato come al teatro antico italiano si riservi poca attenzione, rispetto alle altre arti. Eppure anche nel teatro italiano si possono scoprire lavori degni di attenzione e riproposizione, come "Il tradimento per l'onore" di Giacinto Andrea Cicognini (edito in Roma nel 1664). Il prof. Achille Tartaro, dell'Università di Roma, ha colto in Boccaccio un punto di riferimento per le soluzioni stilistiche, retoriche, ma anche socio - culturali, connesse al problema dell'onore. In Boccaccio si evidenzia una complessità del concetto di onore legato alla femminilità, al ruolo della donna, alla virtù personale, ma anche alla tutela dell'istituzione matrimoniale, della famiglia, della consorteria. L'onore è un valore che affonda le sue radici nelle società più antiche, ve n'è testimonianza nell'Iliade, poi in Seneca, tanto per citar alcuni caposaldi. Boccaccio è coerente alla giustificazione della punizione, ha detto il prof. Tartaro, ma apporta un modo nuovo di guardare alle dinamiche interne del rapporto amoroso, adulterino o proibito.
Esemplare, è stata citata la novella della giornata IV del Decamerone, ove la figlia di Tancredi rimprovera al padre di non averla maritata, dopo la vedovanza e di punirla d'un amore segreto, non per l'amore in sé, ma per il tradimento della segretezza. Dunque ancor più offende il disvelamento, offende ed invoca al tempo stesso conclamata punizione. Il prof. Luciano Alberti dell'Università di Siena, nel ruolo di responsabile della messa in scena dello spettacolo: "Il tradimento per l'onore", ha ricordato come ancora non molti anni fa, il "delitto d'onore" era previsto nel codice penale italiano, con tutte le attenuanti del caso, laddove appunto una "signora" si prendeva libertà non concesse, fuori dal matrimonio. Nella tragedia di Cicognini si assiste a una procedura punitiva degli amanti, più complessa e terribile. Alla consapevolezza della giovane moglie, si oppone la forza dell'amore portata da un giovane aristocratico, amico di famiglia. Tra i due amanti si accende un amore breve, d'una frettolosità adolescenziale, ma non meno colpevole. Un sottoposto al marito, geloso di non poter realizzare il suo capriccio amoroso, denuncia i due amanti. La vendetta si scatena, prima sul servo che non ha rispettato il segreto, quindi sul giovane amante, infine sulla moglie che ne comprende le ragioni.
Un teatro, quello del Cicognini, ha affermato il regista, che supera il genere prevalentemente letterario destinato a una cerchia ristretta di estimatori, per farsi, sulla scorta dell'esperienza del teatro spagnolo, più pragmatico. Con abile capacità di sintesi la struttura de "Il tradimento
per l'onore" annuncia il melodramma, lo spettacolo musicale di grande popolarità. La prof. Maria Grazia Profeti, dell'Università di Firenze, ha sintetizzato il senso dell'onore nelle tragedie spagnole, cogliendo le motivazioni più profonde nella conflittualità sociale del tempo. La compresenza in Spagna di diverse culture e religioni (cristiana, ebrea, araba), incuteva un senso di insicurezza sociale di cui era altrettanto difficile parlare. Così l'amore e l'amore tradito, in particolare, diveniva oggetto prediletto di tragedia ed il teatro una forma di esorcismo di ben altre paure. La punizione tragica si imponeva ed accoglieva il più largo consenso. All'intensa lezione ha fatto seguito un breve dibattito.
Gian Carlo Andreoli