Venerdì 11 Ottobre 2002 - Libertà
Il ricovero "dimenticato"
Questa volta gli alpini sono veramente arrabbiati. È Carlo Fumi, presidente provinciale e portavoce provinciale delle penne nere a fare la voce grossa: "Ci sentiamo presi in giro. Lo scorso anno su invito dell'Amministrazione comunale abbiamo lavorato per duemila ore e trasformato quello che era un edificio cadente nei pressi della stazione ferroviaria in una struttura di accoglienza per senzatetto e dopo sedici mesi la struttura non è ancora stata utilizzata. Il rifugio rischia di sprofondare di nuovo nel degrado e i senzatetto sono ancora per strada".
"Per la nostra associazione, che conta 3200 aderenti in tutta la Provincia - prosegue Fumi - è stato un lavoro immane, realizzato a tempo di record e collaudato da personale specializzato. Gli alpini si sono impegnati senza risparmio d'energie, hanno lavorato sodo e con continuità perché i locali fossero pronti il più presto possibile. E gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti. La struttura è stata completamente rifatta, posati pavimenti e rivestimenti, sistemati gli impianti idraulico, termico ed elettrico, installati nuovi infissi e portoni, oltre alla controsoffittatura. Ora - conclude il presidente degli alpini con amarezza - vedere queste cose andare in rovina fa veramente dispiacere e per questo abbiamo deciso di portare a conoscenza dell'opinione pubblica la situazione e la nostra vibrante protesta. Tutti sembrano essersi dimenticati del ricovero". La struttura, situata su un'area di proprietà comunale all'interno del recinto della stazione ferroviaria, poco lontano dal dopolavoro ed è costituita da una superficie di circa cento metri quadrati.
All'interno dei locali sono stati ricavati una sala di accoglienza, uno spazio destinato ad ospitare una ventina di posti-letto, servizi igienici e docce più un locale per il personale di assistenza. È inoltre stata completamente arredata a cura dell'Amministrazione comunale in carica nel 2001 e dotata di tutte le opere necessarie per renderla confortevole. L'edificio era stato inaugurato il 23 maggio del 2001 alla presenza della autorità locali e dei rappresentanti delle associazioni, ma, sempre secondo quanto ha riferito Carlo Fumi, non è poi entrato pienamente in funzione. Per l'impegnativa ristrutturazione era scesa in campo una vera e propria cordata di enti, associazioni e sponsor coordinati dagli assessorati ai lavori pubblici e alle politiche sociali del Comune di Piacenza, tra cui i Lions Gotico (con il professor Giuliano Manfredi), la Fondazione di Piacenza e Vigevano, il geometra Gianfranco Ultori (progettista e direttore dei lavori) e diversi altri sponsor privati. Per la ristrutturazione dell'edificio l'Amministrazione si era avvalsa in parte anche dell'eredità di un docente cittadino, il professor Francesco Segadelli, che aveva destinato oltre 75 mila euro in beneficenza ed al quale è stato ufficialmente intitolato il rifugio. Ma le porte della nuova casa per i clochard piacentini sono tuttora sbarrate.
Fulvio Ferrari