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Giovedì 10 Ottobre 2002 - Libertà

Organo e sax, fuga in avanti

E' veramente notevole il richiamo che questa 34° edizione della Settimana Organistica Internazionale continua, di concerto in concerto, a esercitare sul pubblico. In una città delle dimensioni di Piacenza, c'è qualcosa di inedito e di entusiasmante nel vedere, sera dopo sera, chiese piene di spettatori intenti a seguire un evento musicale tradizionalmente "esoterico" come un concerto per organo. Questo piccolo incantesimo si è puntualmente ripetuto l'altra sera in Sant'Anna per applaudire l'esibizione di un duo austriaco particolarmente stimolante: quello composto dall'organista salisburghese Florian Pagitsch (docente all'università di musica di Vienna, plurivincitore di importantissimi concorsi internazionali di esecuzione e improvvisazione) e dallo stiriano Hannes Kawrza, vera star del sassofono classico, impegnato per l'occasione al sax contralto. Pagitsch e Kawrza avevano già fatto la loro comparsa nel calendario di questa Settimana domenica scorsa, suonando nella chiesa parrocchiale di Sant'Antonino a Borgotaro, ma i due concerti difficilmente avrebbero potuto essere più diversi tra loro. Nella chiesa parmense, la presenza di un organo assai antico e di ridotte dimensioni come un Serassi del 1795 aveva costretto nei confini del Barocco e dello "stile galante" il programma di un concerto risultato, per ciò stesso, assai "potabile" e accattivante per il largo pubblico. In Sant'Anna, invece, avendo a disposizione il bellissimo organo Sangalli del 1861 (restaurato grazie all'attività di sensibilizzazione del Gruppo Ciampi, promotore della Settimana) i due hanno proposto un
programma audacemente sbilanciato "in avanti". Ed è un secondo, elettrizzante, piccolo miracolo che decine e decine di persone abbiano applaudito con calore non solo partiture di un Novecento poco frequentato, ma anche due composizioni nuove di zecca create espressamente per la quinta rassegna di musica contemporanea "Giuseppe Zanaboni" (gli autori hanno ricevuto una targa da Stefano Pareti, assessore alla cultura del Comune che, con la Provincia, la Fondazione di Piacenza e Vigevano, le parrocchie, affianca il Ciampi nell'organizzazione della rassegna organistica). La prima era una Fantasia e fuga per organo del veneziano Paolo Furlani, docente di composizione al Conservatorio di Palermo, che dopo un "Recitativo" di affascinante libertà ritmica si conclude con una fuga basata su una scala che alterna intervalli di un semitono e di un tono (solo la variegata registrazione prescritta dall'autore, pensata forse per un organo più moderno del Sangalli di Sant'Anna, non ha potuto essere seguita alla lettera dal bravissimo Pagitsch). Il secondo brano nuovo era un immaginifico Omaggio a Giuseppe Zanaboni per organo e sassofono, scritto da Pagitsch medesimo. Anche se l'organista ha grandeggiato in solitudine nel Preludio e fuga in Do minore Bwv 546 di Bach e in una Toccata e fuga di Jan Brandts Buys, a rapire la fantasia degli ascoltatori sono stati soprattutto i momenti che hanno visto la partecipazione del fenomenale Kawrza, che ha fornito un affascinante saggio delle meraviglie - ignote ai più - che il sassofono può dispensare nella musica classica (a cui, del resto, lo aveva destinato il suo inventore Adolphe Sax, prima che lo strumento scoprisse la sua fortuna nel jazz e in generale nella musica di origine afroamericana). Tutti siamo rimasti a bocca aperta ascoltando gemme semisconosciute come i Rêves d'enfants di Eugène Bozza e soprattutto i bellissimi Les berceaux di Fauré. A tutto sassofono - e a tutta Francia - anche i bis, col delizioso Les ecuereuils di Pierre Max Dubois e con una melodia anonima rielaborata con uno slancio e una piacevole asprezza che bordeggiavano apertamente in territori jazz.

Oliviero Marchesi

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