Martedì 8 Ottobre 2002 - Libertą
Cogni: "Tanti letterati, rari i poeti". Improvvisazione finale con alcuni versi inediti
Un folto pubblico di amici ed estimatori si č presentato puntuale all'appuntamento. Presentato ieri sera alla Fondazione di Piacenza e Vigevano il film "G' vo' dj'ann pr'advintč giłan"
Un grandissimo applauso ha salutato il finale del filmato "'G vo' dj'ann pr'advintč giłan" realizzato da Roberto Dassoni e prsentato ieri sera alla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Un folto pubblico di amici ed estimatori di Ferdinando Cogni č arrivato puntale all'appuntamento atteso come un evento, dal momento che ocassioni come queste non si presentano di frequente. In apertuta della serata, Alessandro Lunati ha porto il saluto della Fondazioone, che gha contribuito alla realizzazione del film. Vittorio Anelli, assessore alla cultura della Provincia di Piacenza, ha voluto esprimere la sua gratitudine a Cogni, poeta che arricchisce la cittą con la sua presenza e con i suoi versi e che fa conoscere anche fuori dal contesto cittadino, attraverso la sua poesia, l'anima pił vera di Piacenza. Arrivato puntuale all'appuntamento, un quarto d'ora prima delle nove, Cogni č stato accolto da una selva di fotografi e cronisti televisivi che hanno approfittato della sua momentanea (e solitamente rara) disponibilitą per sentire dalla sua viva voce le impressioni sul filmato e cogliere le emozini della serata. Il poeta era particolarmente ecciatto, circondato da giovani e belle ragazze. Lui salutava tutte dicendo, rigorosamente in dialetto piacentino "Ciao belessa". Chiedendogli che cosa avrebbe improvvisato, lui si difendeva dicendo "Vadrum ma la vegna". Da Milano č arrivato anche Alberto Bellocchio, ultimamente poeta, per non perdersi l'appuntamento con Cogni. Ha comprato tutto l'acquistabile di libri, cd e filmato. Tra il pubblico il professor Claudio Vela dell'Unvieristą di Pavia e il mondo culturale piacentino. In chiusura Cogni ha recitato alcune poesie, distinguendo tra "letterati" e "poeti" e concludendo che "i pueta ien rįr, ien rįr, ien rįr".
Giancarlo Andreoli