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Lunedì 7 Ottobre 2002 - Libertà

Gli studenti chiamano l'Africa

Un percorso articolato in dieci punti divisi per argomento. In una mostra al Raineri i problemi del Terzo mondo

Aperta all'Istituto Tecnico Agrario Statale "G. Raineri", la mostra "Chiama l'Africa", rivolta agli studenti, ma aperta anche alla cittadinanza nella giornata di ieri. La mostra occupa gli spazi messi a disposizione dalla scuola, così da creare un percorso che il visitatore affronta soffermandosi in dieci punti, caratterizzati per argomento. Una prima aula è dedicata al problema acqua. Per chi soffre la sete, l'acqua è una ricchezza inestimabile. Purtroppo non ce ne rendiamo conto noi, che apriamo comodamente il rubinetto di casa e ne disponiamo. Al centro della stanza due bidoni dotati di pompa a mano, intorno i secchi per essere riempiti. Così i visitatori possono sperimentare direttamente di cavarne una misura, un secchio e rendersi conto. L'orto o il campo coltivato con mezzi rudimentali può fornire cereali, legumi mentre i prodotti tipici, legname pregiato, caffé, cacao, frutta sono esportati verso i mercati più ricchi, non certo a vantaggio delle popolazioni locali. Un esempio di monolocale, rabberciato con materiali di scatto, lamiere, pezzi di plastica, stuoie, rende l'idea di un mondo teso alla sopravvivenza, ben lontano dalle immagini patinate, propagandate dalla agenzie turistiche. "La scuola è il mio avvenire" recita la scritta sulla magliette bianche disposte sui sedili. Sul banco (quando c'è), un quadernetto e una matita, la dotazione minima per seguire la lezione. Una tavola grezza, assemblata in modo rozzo, dice più di tanti discorsi: i tegami, i piatti di latta sono vuoti. Le scarpe sono un oggetto importato, gli indigeni non ne facevano uso, ma ora un elemento di distinzione, chi può permettersele. Il mondo progredito scarica su questi mercati quanto sarebbe improponibile in un negozio europeo. La sanità, altro capitolo dolente, è rappresentato da una tenda bianca con tante medicine, buttate alla rinfusa, scatole e scatole spesso di medicinali inutili o addirittura dannosi alla salute, mentre mancano i fondamentali, i vaccini, troppo costosi per queste economie. Due spazi oscurati sono riservati alle proiezioni in multivisione, raccolte in Ciad e Camerun, a testimoniare le condizioni di vita della gente comune. Infine, in un'aula sono predisposte su dei supporti, tante buste già indirizzate ad altrettante scuole d'Africa. Ciascuna scuola ospitante la mostra, ne sceglierà una, per creare un contatto di collaborazione. "Abbiamo cercato di dare un'idea della realtà, dice Mario Ghiretti, ideatore della mostra, spogliata da tutte le aggiunte fascinose, magiche. Milioni di persone cercano di sopravvivere e spesso non ci riescono. E' un problema che riguarda tutti". La mostra è organizzata in collaborazione con Associazione "Chiama l'Africa", la Fondazione della Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano e la Regione Emilia Romagna.

Gian Carlo Andreoli

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