Giovedì 3 Ottobre 2002 - Libertà
Nash, matematico eccentrico e famoso
Alla Fondazione il primo appuntamento dei "Mercoledì della scienza"
Un matematico eccentrico e famoso, l'americano John F. Nash, una suggestiva biografia ed un film di cassetta, cioè scienza, letteratura e spettacolo nella prima conferenza "Nash e la teoria dei giochi" del ciclo "La matematica e la vita quotidiana" nell'ambito dei "Mercoledì della scienza" ieri alla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Dopo la breve presentazione del direttore della Fondazione Alessandro Lunati e l'introduzione di Alberto Dosi, presidente dell'Associazione amici del liceo scientifico Respighi, il relatore Roberto Lucchetti, professore ordinario di analisi matematica al Politecnico di Milano, ha sinteticamente delineato significato, importanza e finalità della "teoria dei giochi" in cui la matematica ha, inaspettatamente, ritrovato nuovo vigore. Quest'innovativa teoria implica, infatti, l'utilizzo di modelli matematici - a volte anche estremamente elementari ma non per questo meno sofisticati - per l'analisi del comportamento umano in situazioni competitive, caratterizzate dalla presenza di diversi "giocatori" e dall'interazione di diversi soggetti portatori, ciascuno, di un interesse eguale o contrario ma sempre riconoscibile e legittimo. La novità dell'approccio proposto da quest'affascinante teoria consiste nell'istituzione di criteri per ottimizzare scelte, giustificare decisioni, avallare con razionalità complesse operazioni riguardanti, in prima istanza, l'economia ma, ultimamente, anche biologia, informatica, zoologia e, immancabile, purtroppo, il settore militare. Da un lato metodo e rigore, dall'altro casualità ed intuizione. John F. Nash (1928), americano di Bluefield, West Virginia, precocissimo talento e matematico di finissima levatura, laureato nel 1951, già al suo esordio - preceduto da una lettera di "raccomandazioni" che, testualmente, recitava: "this man is a genius" (quest'uomo è un genio) - nei primi anni '50 in un'America provinciale ma ricca, entusiasta ed avida di novità conobbe un periodo di grandissima popolarità. La sua personalissima interpretazione della "teoria dei giochi" stimolò applicazioni pratiche e nuovi orizzonti operativi ma le sue grandi scoperte di Nash, come portarono scompiglio in campo matematico, così contribuirono a causargli una strana forma di alienazione mentale diagnostica in "schizofrenia paranoide" che, progressivamente, lo costrinse ad isolarsi dal mondo ed interrompere i suoi rivoluzionari studi. Ma, grazie alla studiosa Sylvia Nasar, autrice della biografia "Il genio dei numeri", il matematico americano, pienamente ristabilitosi dopo oltre un trentennio di sofferenze, negli anni '90 ottenne una serie di prestigiosi riconoscimenti internazionali tra cui, addirittura, il premio Nobel per l'economia (1994) ad ulteriore riprova della sua versatilità intellettuale. Già con il libro della Nasar la vita di Nash assunse, quasi, dimensioni mitiche: come Icaro, repentina ascesa, rovinosa caduta e, più di lui, il prepotente e meritatissimo ritorno. Nella sua vita tumultuosa e passionale c'erano, infine, tutti gli ingredienti necessari per un dramma popolare, al di fuori dei circuiti accademici; ecco, prontamente, l'interessamento di produttori cinematografici per una trasposizione su schermo con uno dei divi del momento, nientemeno che l'australiano Russell Crowe, al top delle preferenze del pubblico dopo il successo planetario del film in costume "Il gladiatore".
Fabio Bianchi