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Lunedì 18 Aprile 2005 - Libertà

Il Jazz Fest si congeda a Le Rotative

Concerto di chiusura con Gianni Virone e i primi classificati al concorso "Bettinardi". Vince il vibrafonista Pacassoni, dopo di lui due pianisti

E' Marco Pacassoni, 23 anni, pesarese di Fano e virtuoso del vibrafono e della marimba, il vincitore dell'edizione 2005 del concorso nazionale "Chicco Bettinardi" per i nuovi talenti del jazz italiano (una competizione che esiste da due edizioni soltanto, ma in cui va già prendendo forma una curiosa "tradizione" di vibrafonisti d'assalto: l'anno scorso, fra i primi tre classificati, c'era il salernitano Luigi Vitale, che ha colto in seguito belle affermazioni professionali). Il concorso, che ha contato 64 adesioni da tutta Italia, è promosso dal Piacenza Jazz Club ed è dedicato alla memoria dell'indimenticabile Chicco, musicista e appassionato cultore della musica afroamericana che è scomparso l'anno scorso in un incidente stradale ma non sarà mai scordato dalla "comunità" piacentina degli appassionati di jazz.
Pacassoni ha ricevuto ieri sera la somma di 1000 euro messi in palio per il vincitore da Roberto Rubinetti della ditta Elitrans, amico e datore di lavoro di Bettinardi, durante il galà di premiazione che si è svolto ieri sera nello spazio Le Rotative di via Benedettine, con la presidente di Editoriale Libertà Donatella Ronconi a fare gli onori di casa. Insieme con questo talentuosissimo ragazzone marchigiano sono stati premiati, rispettivamente con 600 e 300 euro stanziati dal "mecenate" Rubinetti, anche i due pianisti Fabrizio Mocata, 27 anni, di Mazara del Vallo (secondo classificato al concorso) e Kekko Fornarelli, 26 anni, di Bari (terzo). Con la sua affermazione Pacassoni ha vinto anche una scrittura per una serata da protagonista nel 2006 del Piacenza Jazz Fest, il festival organizzato dal Piacenza Jazz Club con il Comune e la Provincia di Piacenza, i Comuni di Castel San Giovanni e Fiorenzuola, la Fondazione di Piacenza e Vigevano, l'Editoriale Libertà, il conservatorio "Nicolini" e il liceo artistico "Cassinari".
La serata di ieri a Le Rotative, che ha visto le brevi ma significative esibizioni di Pacassoni, Mocata e Fornarelli seguite dal bel concerto del quartetto Quadricromia di Gianni Virone, il brillante "tenorista" astigiano vincitore del concorso del Jazz Club nel 2004, costituiva appunto lo spumeggiante pas d'adieu del Jazz Fest di quest'anno, che tra i suoi ospiti, oltre al Wayne Shorter protagonista al Municipale di una memorabile "anteprima", ha visto stelle come Sheila Jordan, gli Oregon, Joe Zawinul, Uri Caine e il duo Enrico Rava-Franco D'Andrea.
I tre vincitori del concorso "Bettinardi" erano stati scelti la notte prima, al termine di un'avvincente "finalissima" al Teatro dei Filodrammatici, da una giuria presieduta dal contrabbassista Attilio Zanchi, docente di composizione e arrangiamento jazz al conservatorio "Nicolini" (che per sostituiva il saxofonista Giuseppe Parmigiani, impossibilitato a partecipare alla finale) e formata da altri due importanti jazzisti come il pianista Roberto Cipelli e il batterista Massimo Manzi, da Luciano Vanni (editore della rivista Jazz.It), dai musicologi Jody Borea e Luca Bragalini, da Alberto Serrapiglio (responsabile del laboratorio Musiche del nostro tempo del Nicolini) e dal giornalista Oliviero Marchesi.
Cipelli, Zanchi e Manzi, che ieri pomeriggio hanno tenuto una master class all'Accademia della Musica di via Boselli, hanno anche accompagnato in trio al Filodrammatici tutti i finalisti, eccezion fatta per un performer "solitario": il simpaticissimo chitarrista blues sassarese Francesco Piu, sesto classificato. Oltre a Piu e ai tre premiati Pacassoni, Mocata e Fornarelli, erano in lizza il chitarrista salernitano Massimo Barrella (quarto classificato), il saxofonista cremonese Florindo Grillo (quinto) e i suoi colleghi Antonio De Vito, da Lecce (settimo) e Federico Missio, da Udine (ottavo). Al termine di una finale in cui si respirava l'eccitazione delle grandi occasioni (il prestigio del concorso "Bettinardi", fra i jazzisti italiani, è già notevole) ma anche un'atmosfera di grande sportività, con i concorrenti che fraternizzavano dietro le quinte, Pacassoni, Mocata e Fornarelli hanno appreso di essere i tre prescelti per il podio.
Ma non hanno saputo subito in che ordine si erano classificati; le esigenze spettacolari del galà di ieri sera li hanno costretti al "brivido" di un'attesa lunga un giorno prima di ascoltare l'annuncio fatale: "The winner is...". A Le Rotative sono stati anche assegnati il "Premio del pubblico" a Fabrizio Mocata, la "menzione speciale" della giuria al giovanissimo pianista-compositore fiorentino Alessandro Lanzoni (12 anni!). Mocata, per questo plebiscito popolare, ha ricevuto ieri a Le Rotative un trofeo in argento realizzato dall'artista Valeria Civardi, "autrice" anche del girocollo donato alla cantante barese Patrizia Lo Muscio, vincitrice, come migliore concorrente donna, del "Premio al femminile" istituito dagli assessorati alle Pari opportunità di Comune e Provincia.
Ma tutto il galà è stato una grande festa, con i "magnifici tre" Pacassoni, Mocata e Fornarelli a dare prova della loro bravura (il primo ha eseguito Spain di Chick Corea, il secondo Imagination, il terzo Alone together) accompagnati ancora una volta dal trio Cipelli-Zanchi-Manzi, la vigorosa ed eccitante esibizione di Gianni Virone alla testa dei suoi Quadricromia (Claudio Filippini al pianoforte, Davide Liberti al contrabbasso, Mattia Barbieri alla batteria). E poi le degustazioni di vini piacentini di pregio sotto le insegne della manifestazione Vino e Jazz, l'instancabile presidente del Piacenza Jazz Club Gianni Azzali a condurre la serata con brillante facondia, e l'arrivederci verso le nuove avventure di questa giovane ma già benemerita associazione: la kermesse estiva arquatese Arquato Jazz (con John Scofield, tra gli altri), Mehldau al Municipale l'anno prossimo, un altro Jazz Fest, un altro concorso "Bettinardi"... e tutto ciò che può ancora accadere, sempre con una dedica in mente all'amico Chicco, che ieri a Le Rotative ha ricevuto una compatta ovazione "alla memoria".

Alfredo Tenni

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