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Giovedì 31 Ottobre 2002 - Libertà

La poesia di Barbara e la forza dell'amore

Auditorium Fondazione - L'omaggio all'artista francese

Serata d'eccezione all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano con Mormoro l'amore, omaggio a Barbara protagonista Lucia Minetti. L'occasione nasce dall'incontro per motivi di studio, com'ha ribadito nella presentazione dell'evento Francesca Melzi D'Eril (docente universitaria a Milano) con Serge Sauvé, esperto di canzoni d'autore francesi e quindi con Lucia Minetti (mezzosoprano) che si dedica alla reinterpretazione in chiave jazzistica di autori e interpreti. In Italia Barbara era nota solo ad una ristretta cerchia di estimatori della canzone d'autore, e dunque non certo come la sua bravura avrebbe meritato (si ricordano tra gli altri alcuni concerti al Piccolo Teatro di Milano). Barbara, ha ricordato la Melzi D'Eril, ha vissuto un percorso artistico non facile negli anni dell'immediato dopoguerra, prima di arrivare al pieno riconoscimento e alla consacrazione fra le grandi interpreti della canzone francese. Nata nel 1930, è divenuta cantante per vocazione. "Non sono una mistica - diceva di sé - canto e quando canto dimentico di essere io che canto". Negli anni '50, in Francia, la canzone d'autore era ricca di presenze di poeti, in collaborazione con musicisti e interpreti, in locali piccoli, di fortuna, bistrot, ristoranti, caves. Basti citare, fra gli altri, Prevert, Greco, Piaf, detta l'usignolo. Barbara, come lei stessa ha raccontato nella sua autobiografia, ha iniziato accompagnandosi al piano in un piccolo locale, lo Cheval Blanc, per passare poi a L'Ecluse, un locale dotato di piccolo palcoscenico, dove si esibivano artisti già affermati come Marcel Marceau. "Il successo non esiste, ha scritto Barbara, è qualcosa di impalpabile e l'indomani bisogna ricominciare tutto da capo". Barbara cantava la vita, l'amore, con le sue delusioni, paure, gioie, fallimenti. "La canzone fa parte del quotidiano e racconta la propria storia", diceva. Questa forza Barbara la metteva in ogni sua apparizione in pubblico: voce coinvolgente, gesto ammaliante, sguardo d'una espressività ferina, tanto da guadagnarsi il titolo di "Aigle Noir". Negli anni '70 il successo anche all'estero e nel '76 la consacrazione ufficiale dell'Olimpia di Parigi, tempio della canzone. Serge Sauvé ha presentato un breve montaggio di video-clip, per dare idea al pubblico dei protagonisti in Francia della canzone del dopoguerra, fino ad oggi, dei nuovi talenti, secondo gli indirizzi musicali ormai globalizzati anch'essi. Così, si son visti, in brevi apparizioni i più noti Leo Ferré, Trenet, Vartan, Dalida, Reggiani, Montand, accanto ad autori più recenti come Marcel Berger e Belavoine, Serge Gainsbourg, Celine Dion, Patrick Bruel, Mi Solar (rap), Polnaref, i Telephone, le Bombe Humaine (rock). Lucia Minetti ha presentato alcune delle sue interpretazioni dedicate a Barbara che fanno parte del prossimo Cd in uscita a dicembre. Lucia Minetti, allieva di Giorgio Gaslini, si dedica al jazz e alla musica contemporanea, collaborando con i più grandi autori, in un percorso trasversale di reinterpretazione, come lei stessa l'ha definito, che le consente di esprimere notevoli doti di raffinata interprete. Dopo una rivisitazione del fado portoghese e di Amalia Rodriguez compreso nel precedente Cd, questo omaggio a Barbara Mormoro l'amore, raccoglie canzoni d'autore da Brel a Weill, Boris Vian e della stessa Barbara, ma anche alcuni brani popolari italiani come Ti parlerò d'amore di Bracchi-Martinelli, di Buscaglione, di Gaber. Con sorprendenti tonalità, ora cupe, ora suadenti, Lucia Minetti ha interpretato, sfidando l'ostilità dello spazio non perfettamente acustico, Je ne sais pas dire je t'aime e Au bois de S. Armand di Barbara, Ne me quitte pas di Brel, Kanonen soung di Weil, Le deserteur di Boris Vian, Non arrossire di Gaber. Successo pieno, con molti applausi dal folto pubblico.

Gian Carlo Andreoli

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