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Lunedì 28 Ottobre 2002 - Libertà

Stringere un patto tra università ed impresa

L'intervento

Le università costituiscono tradizionalmente un fattore strategico per lo sviluppo di un paese. I loro scopi istituzionali vengono ricondotti a due polarità: quello della formazione e della didattica e quello della ricerca. Sul primo fronte gli scenari di riferimento sono l'esplosione della domanda formativa, con l'incremento continuo della scolarizzazione e lo sviluppo della formazione continua, che accompagna tutto l'arco di vita delle persone, e la conseguente nascita di un vero e proprio mercato dei servizi formativi. L'Università sembra accettare questa sfida puntando ad aumentare la "produttività" della propria didattica, che in Italia sappiamo essere tra le più basse al mondo, e inserendosi a pieno titolo nel segmento di mercato dell'alta formazione (master e corsi di specializzazione). Per quanto riguarda la ricerca, l'Italia si posiziona molto indietro nelle graduatorie internazionali sulla spesa in R&S, pur disponendo di ricercatori qualificati, purtroppo costretti ad emigrare per ottenere risultati adeguati, come dimostra il recente premio Nobel per la fisica. Ad essere penalizzata in Italia non è tanto la ricerca pura, quanto la ricerca applicata, che nel mondo è spesso finanziata da soggetti di natura privata e che non trova nel contesto nazionale un opportuno sostegno finanziario e organizzativo. Questi fabbisogni ridisegnano il senso del rapporto tra mondo della ricerca, soggetti economici e governo, sia locale che nazionale. Si parla per questo di modello della ricerca a tripla elica: università, impresa, governo. Piacenza è diventata negli ultimi anni sede di importanti atenei, Cattolica e Politecnico, con oltre 3.500 studenti e 8 facoltà attivate: sul piano formativo ha già raggiunto livelli di eccellenza, testimoniati anche dal ridotto numero di abbandoni e fuori corso. Sul piano del rapporto tra ricerca e imprese, sono invece necessari ulteriori sforzi e interventi, che si affianchino alla consolidata esperienza della nostra facoltà "storica" di Agraria e alle recenti iniziative in tema di innovazione: il concorso "Piacenza produce innovazione" promosso dagli Industriali piacentini e dalla Fondazione in collaborazione con le due università, per finanziare progetti e idee innovative di impresa; lo Sportello Spinner, ospitato dalla Cattolica, che eroga borse di ricerca a giovani ricercatori; la presenza anche a Piacenza del Consorzio Politecnico innovazione. Per discutere delle possibilità di collaborazione tra università ed imprese, mercoledì si terrà in Cattolica l'importante convegno dal titolo "Valorizzazione della ricerca, imprenditorialità innovativa, trasferimento tecnologico". Le risposte che il territorio piacentino saprà dare a questo tema saranno decisive per lo sviluppo locale: per trattenere i giovani laureati, per qualificare le imprese piacentine, per attrarne di nuove, per limitare il fenomeno del pendolarismo intellettuale, in una parola per indirizzare il nostro sistema sociale ed economico verso la società della conoscenza a cui tendono i paesi più avanzati.

*Ricercatori Laboratorio di Economia

Andrea Cocchi e Paolo Rizzi*

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