Sabato 26 Ottobre 2002 - Libertà
Alessandro Golinelli, l'inquietudine di una generazione
Un autore emergente e un romanzo di tendenza ("6°") protagonisti di una serata in Fondazione
Un autore emergente ed un romanzo di tendenza alla Fondazione di Piacenza e Vigevano per la presentazione di "6°", l'ultimo lavoro di Alessandro Golinelli, scrittore, traduttore, sceneggiatore televisivo, da poco anche regista, moderatori i piacentini Stefano Fugazza e Giancarlo Pagani. E' la storia di Leone Ardemagni, documentarista televisivo che, dopo un periodo di crisi e la frequentazione di gente di malaffare, riesce ad acquistare una pay Tv, costruirsi un piccolo impero e realizzare un sogno. Ma, nel contesto caotico e convulso del romanzo, specchio di malesseri generazionali, inquietudini e ripensamenti, anche il protagonista deve, purtroppo, fare i conti con sé stesso, con tormenti interiori e scrupoli esistenziali. Travolto dall'effimero successo finanziario, proiettato in un universo brillante ma artificiale, sotto l'urgenza di una vita monotona e senza senso, riaffiorano vecchi fantasmi, lugubri interrogativi ed atroci sensi di colpa. Ma anche curiosità metafisiche su significato della vita e finalità degli eventi che ci circondano e che, ineluttabilmente, determinano le vicissitudini terrene di tanti piccoli uomini che hanno smarrito percorso, stazioni e meta. Ma vuoi il caso, Dio, il Diavolo, certe strane coincidenze, la vita diventa, addirittura, un giallo, assumendo risvolti drammatici nell'inaspettato finale. Sia Stefano Fugazza che Giancarlo Pagani hanno pressato l'autore costringendolo ad illustrare genesi dell'opera, incidenza del dato autobiografico, importanza delle frequenti metafore. Il risultato è una sintesi tra romanzo di formazione, meta-giallo, ricognizione generazionale, indagine sociale, opera post-moderna e testimonianza new-age. Com'è nata la sua passione per la scrittura? "Già da bambino volevo fare lo scrittore, avevo una passione per creare, fantasticare. Credo che in questo ci sia una volontà di fuggire dalla realtà attraverso la fantasia. Anche se è una fuga per modo di dire; ho sempre amato parlare della realtà, del mondo che ho vissuto. Io, poi, ho sempre fatto un po' di tutto nella vita: mi piace scrivere, suonare il pianoforte, comporre musica, fare il regista, tutte attività creative". La sua versatilità l'ha portata a toccare vari campi della cultura……. "L'importante per me è raccontare storie, sensazioni. L'ho fatto con i miei libri raccontando storie molto diverse, da esperienze di vita adolescenziali alla storia di una vecchia signora, dalla storia di una tribù a quella di un imprenditore televisivo come nell'ultimo libro. Nella mia vita ho sempre cercato di variare molto sia nella scrittura che nella creatività e questo mi ha portato ha lavorare per televisione, teatro ed, ultimamente, anche per il cinema. Mi è sempre piaciuto sperimentare". Lavori immediati e prospettive future? "Nell'immediato non c'è un granché. Quest'estate ho preparato un documentario che sarà presentato in anteprima nazionale al festival del cinema di Torino di novembre. Ha appena finito di scrivere un saggio su modernità, urbanizzazione e neo-liberismo che uscirà tra poco".
Fabio Bianchi