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Sabato 26 Ottobre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

"Questa è Piacenza ed è la mia vita"

Questa è Piacenza, ed è la mia vita". Raccontata col cuore. Come noi tutti qui a parlare dei suoi libri, uniti dallo stesso pathos di emozione sincera. Sorride Carla Cogni Gonella, ed è emozionatissima. Ringrazia, non si aspettava una così sentita partecipazione. Qui davanti ad un pubblico numeroso l'autrice sta aprendo il cuore insieme al suo libro, che è poi il suo "diario di viaggio" in quasi ottant'anni di questa nostra città e provincia. Lei che qui è nata, nel 1922, figlia di una famiglia di benestanti, laureata a Parma nel 1946 (negli anni duri del dopoguerra, anni difficili ancor di più per le donne che volevano studiare) in chimica farmaceutica, è stata professoressa di generazioni di piacentini(ha insegnato all'istituto tecnico industriale) ed ha coltivato con risultati anche una sua forte passione per la musica (nel 1990 alla Siae di Roma ha superato brillantemente l'esame per il riconoscimento di compositrice di musica melodica ed autrice di testi ed ha pubblicato tre Cd dal titolo "Riflessioni in melodia").
Il libro, presentato ieri all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, è il terzo di una trilogia (a copertina sempre rigorosamente celeste come i suoi occhi) che è iniziata con una sfida: "E perché no?" s'intitolava il primo volume fermamente voluto proprio per rispondere alla provocazione: e perché non scrivere le mie memorie? Perché non lasciare tracce di quanto ho imparato vivendo?, del mio vissuto? La "scommessa" andò talmente bene, che fu necessaria una ristampa. Il ricavato andò interamente alla Casa del Fanciullo, così come quello del secondo libro "Cosi è...!" e così come sarà per questa sua terza pubblicazione "Come una gazzella".
Corre esposta al massimo pericolo, e forte, come una gazzella l'anima indomita di questa donna che pagina dopo pagina incontriamo nelle diverse fasi della sua vita: Carla bambina, adolescente (corteggiatissima), moglie, madre, nonna, in un altalenare continuo senza soluzione di continuità; occhi e cuore che guardano e raccontano la famiglia, i valori della famiglia, dell'onestà, della dignità, dell'amore. Nelle gustose pagine corredate da fotografie della Piacenza che fu - di alta suggestione in bianconero - c'è tutta lei con il fascino della dolcezza e quell'energia dirompente che ti dà gli scrolloni, che ti scuote dal torpore della corsa quotidiana.
In lei c'è l'umiltà di una donna pronta e interessata ad ascoltarti, un'umiltà che ti suscita profonda tenerezza e senso di condivisione, e c'è tutta la grinta di una persona che ha vissuto i valori in cui fermamente crede, che si stupisce (con incantevole ingenuità) delle brutture che caratterizzano la nostra epoca, che ha tanta voglia di vivere al punto da diventare contagiosa. La sua forza - e ieri è affiorato in più occasioni dagli intervenuti, Lidia Speroni della Casa del Fanciullo, Fausto Fiorentini del settimanale cattolico "Il Nuovo Giornale", Alberto Brenni di Telelibertà e la sottoscritta per "La Voce" - sta proprio nell'aver il coraggio di confessarsi (nero su bianco) onestamente, sempre impegnata nell'onorare la verità, di raccontare e raccontarsi col cuore. "E il cuore di tutti batte forte per lei, per questa bella favola d'amore" ha sottolineato Lidia Speroni, "numero 2" del compianto padre Gherardo alla Casa del Fanciullo, qui a testimoniare la bontà d'animo di questa signora che non si è mai adagiata sugli agi, che non si è mai compiaciuta delle conquiste personali, di donna d'impresa e di cultura, e che continua ad impegnarsi per gli altri, a testa bassa.
A proposito, sono già state vendute un centinaio di copie del libro ancora fresco di stampa e ieri l'autrice ha provveduto immediatamente a girare il ricavato alla Casa del Fanciullo.
Il volume, ricordiamo, è edito dalla libreria Berti di via Legnano.

Tiziana Pisati

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