Lunedì 30 Dicembre 2002 - Libertà
Dov'è il progetto di rilancio della "Ricci Oddi"?
Il caso
Ha poco senso, secondo me, parlare del palazzo ex Enel e della galleria d'arte moderna Ricci Oddi come di un tema isolato dal contesto complessivo della rete di spazi e di servizi che un'amministrazione comunale mette in opera sul piano culturale. Se però ne parliamo vuol dire che abbiamo uno sguardo parziale delle cose: che non riusciamo a concepire la cultura dell'arte a Piacenza - moderna, antica o contemporanea che sia, per adesso poco importa - come parte di un tutto organicamente distribuito e attivo sul territorio. Siamo forse effetti da strabismo? Significa che probabilmente, nonostante tutto il dibattere degli anni scorsi, non abbiamo un disegno complessivo della rete espositiva (non strettamente museale, quindi) piacentina. E non è un caso che a ogni cambio amministrativo si torni sugli stessi punti senza che nulla sia cambiato. Scendendo poi nel caso particolare della Ricci Oddi, c'è da dire, secondo me, che mi sembra alquanto azzardato assegnare da subito all'ente presieduto da Lino Gallarati la disponibilità di uno spazio come il palazzo ex Enel senza un progetto vero e proprio di utilizzo. Mi chiedo: chi sostiene con tanto calore questa possibilità, ha mai visto il progetto della Ricci Oddi sul proprio rilancio (o sul rilancio della futura rete espositiva piacentina)? Si sa, per caso, se un progetto di questo genere esiste? E se il piano esiste, e se l'amministrazione lo ha ritenuto praticabile, è il vertice attuale della Galleria Ricci Oddi in grado di gestire una fase di così ampio e profondo cambiamento del proprio ruolo, innanzitutto, ma poi anche del sistema - arte piacentino che la galleria si ritroverebbe, nei fatti, a condurre?
William Xerra