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Venerdì 15 Aprile 2005 - Libertā

Decolla il museo per la fotografia

Piace anche alle istituzioni il progetto (promosso da privati) di realizzare una struttura permanente. Si punta ad utilizzare uno spazio nell'ex palazzo Enel

Giulio Milani e Gianni Croce, i fratelli Erminio ed Eugenio Manzotti, Tino Petrelli, Carlo Bavagnoli. Fermiamoci qui, ma l'elenco dei fotografi di alto lignaggio che hanno gravitato su Piacenza riserva tale ricchezza da giustificare ampiamente una primogenitoria della nostra provincia per la costituzione di un Museo della Fotografia, che in regione Emilia Romagna ancora non esiste. L'esigenza di salvare dall'oblio tanti archivi privati, di valorizzarne altri, di custodire "scatti" storici, che potrebbero venir col tempo dispersi, ha spinto alcuni privati ad interrogarsi sulla nascita di un'istituzione permanente, da ospitare, se possibile, nell'ex Palazzo Enel, tuttora vuoto, acquistato a suo tempo dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano per un utilizzo vocato all'arte e alla cultura, in sinergia con la confinante Galleria Ricci Oddi.
"C'č un'esigenza di evitare dispersioni del patrimonio fotografico locale, giā oggetto, come nel caso di Gianni Croce, di attenzione e richieste da parte di prestigiose istituzioni quali l'Archivio Alinari di Firenze" argomenta Stefano Fugazza, direttore della Galleria Ricci Oddi, che condivide e sostiene il progetto. Da qui, l'ipotesi di avere uno spazio archivistico di conservazione di foto e negativi, abbinato a mostre cicliche su autori locali, nazionali o internazionali e ad una esposizione permanente, senza dimenticare uno spazio didattico incentrato sulla fotografia, mezzo espressivo formidabile non solo per la dimensione documentaria, ma anche propriamente artistica e che suscita crescente passione fra i giovani.
Un interesse - quello per il museo futuribile - sorto all'interno del Rotary Piacenza Farnese, tanto da farne un progetto-guida per il Club di servizio nel 2005-2006, come spiega Valter Cordani, che da luglio ne assumerā la presidenza.
In via informale, si sono contattati Comune, Provincia e Fondazione per capire l'interesse delle principali istituzioni. E l'interesse c'č, osservano i promotori, anche se da formalizzare attraverso percorsi certi e a fronte di un progetto organico (e si spera di convogliare finanziamenti regionali).
A breve potrebbe essere un nome altisonante come quello di Oliviero Toscani ad illustrare l'iniziativa, per lo meno questo č il desiderio. Il costo ipotizzato per le strutture? Centomila euro. Neppure tanto per un'istituzione permanente.
Oltretutto, si fa notare, il museo occuperebbe solo una parte del bel palazzo ex Enel che dispone di circa 3mila metri quadrati di spazi utili su tre piani ed un seminterrato, non compromettendo ulteriori usi e altri scopi.
Tornando a Piacenza e alla fotografia, le piste culturali sono tante. Esistono dotazioni in possesso a Palazzo Farnese, anche la Galleria Ricci Oddi ha un fondo fotografico donato da Giacomo Moreschi sulle foto scattate dal pittore Alfredo Tansini tra Otto e Novecento, ci sono poi le immagini di Giulio Milani che documentano la raccolta d'arte dello stesso mecenate Ricci Oddi. In cittā sono presenti gli archivi di Gianni Croce e dei fratelli Manzotti. "Formidabili strumenti di conoscenza della realtā sociale e storica del territorio, ma connotati anche dalla cura estetica dell'immagine" osserva Fugazza. Sempre a Piacenza č conservato l'archivio di Tino Petrelli, tra i maggiori fotografi nazionali. E che dire del nostro mitico Carlo Bavagnoli unico fotografo italiano entrato nello staff della rivista americana "Life"? Ma anche autori visuali contemporanei, come Ugo Locatelli e Xerra, per citarne solo due, arricchiscono, nel ricorso alla fotografia, il versante delle contaminazioni tra generi artistici.

Patrizia Soffientini

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