Sabato 28 Dicembre 2002 - Libertà
Fugazza: opere notevoli da valorizzare
L'intervista
Una galleria Ricci-Oddi bis? D'accordo, ma per metterci cosa? c'è chi si chiede con una punta di sospetto verso una possibile "deriva" della qualità artistica che solo il nucleo originario della collezione sembra garantire, più che non le seicento opere in deposito. Da "avvocati del diavolo" abbiamo girato la domanda a Stefano Fugazza, direttore della Galleria Ricci Oddi. "Le ragioni dell'opportunità di un ampliamento sono tante. A cominciare dai depositi - contrattacca Fugazza - . Nella galleria rinnovata ci sono meno opere rispetto al passato, ciò per creare raggruppamenti rigorosi. E' fuori tutta una serie di lavori dal '50 ad oggi. Lavori che non hanno certo un valore basso. E cito la donazione di undici opere dello scultore Pepe da parte di Ferdinando Cogni, da mettere nel corpo della Galleria, opere che appartengono al secondo Novecento. Abbiamo lavori di Mattioli, di Mastroianni, donati da parenti, abbiamo opere di Gianfranco Manara, artista importante del secondo Novecento, basti pensare alla mostra dedicatagli di recente dalla Provincia di Milano". E non è finita. "Resta fuori tutta la parte piacentina - avanza il direttore - da Braghieri ad Armodio, ma ci sono anche Ricchetti, Soressi, Concerti, Sichel, Foppiani, Mosconi...". Il direttore spiega che la Galleria possiede collezioni anche del primo Novecento e dell'Ottocento, con nuclei importanti di grafica, esposti solo in minima parte: "Sarebbe significativo creare sale per esporre parte di questo nucleo grafico, che comprende cinquanta disegni di Fontanesi, opere di artisiti italiani e stranieri". E l'istituzione appena restaurata pensa anche a possibili donazioni. "Si prospettano donazioni fuori da Piacenza di opere di provenienza milanese, penso a quella dello scultore Carlo Ramous (classe '26, ha esposto in numerose biennali di Venezia e Quadriennali di Roma, ndr), che ha opere in molte piazze monumentali, come in piazza Conciliazione a Milano. Ramous potrebbe donare alla Ricci Oddi un gruppo significativo di lavori". Con più spazi si possono sollecitare altre donazioni "consistenti". Poi c'è la questione delle mostre temporanee: "Lo spazio espositivo sotterraneo è angusto. Avere spazi più ampi sarebbe utile. Come pure accogliere gli archivi importanti, quale quello Cassinari , che da troppo tempo la famiglia insiste perché sia depositato alla Ricci Oddi". E ci sono altre ragioni logistiche: la possibilità di creare una biblioteca e un centro di documentazione. "Ottima sarebbe una biblioteca specializzata sull'arte dell'Ottocento e Novecento e un centro di documentazione della arti dell'Ottocento, che non esiste in Italia. E' una sfida da portare avanti, importante per mantenere anche la memoria delle mostre". Infine, un paragone italiano ed europeo: "L'esperienza dei musei d'arte moderna ovunque è di allargarsi verso il contemporaneo in loco - afferma Fugazza - l'espansione del museo e la presenza di una biblioteca creerebbero poi importanti occasioni di confronto". La Ricci Oddi "storica" è di per sé "meravigliosa, ma bisogna che vada avanti con altre funzioni". E il Nicolini? "Non ho nulla contro il Nicolini, vorrei che trovasse una sistemazione ideale, ma ho dubbi che un palazzo storico sia il luogo ideale per la scuola media, oltretutto l'edificio andrebbe riconvertito. E la convivenza mi pare davvero un po' forzata, non si tratta di ingordigia, del resto una biblioteca potrebbe convivere per arte, musica e spettacolo, ma è nella forza delle cose che la Ricci Oddi si espanda a lato in questo edificio, è una soluzione ideale". E però, dove sono le risorse materiali, quando già garantire un custode in agosto è problematico? "E' vero, il problema esiste - ammette Fugazza - ma verrà pure il momento, prima o poi, in cui la città si accorgerà del tesoro che ha e vi dedicherà più risorse, rendendosi conto dell'importanza estrema di questo luogo sul quale investire e da cui avere un ritorno".
pat.sof.