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Mercoledì 18 Dicembre 2002 - La Voce Nuova di Piacenza

"Alla Ricci Oddi serve l'intero palazzo ex Enel"

Galleria Ricci Oddi o Conservatorio Nicolini? Per l'ex sede Enel di via Santa Franca sembra essersi aperto una specie di braccio di ferro, anche perché la terza via, quella della coabitazione, sembra difficile. Ieri il consiglio d'amministrazione ha diffuso il testo di una lettera inviata al presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Il Consiglio di Amministrazione della Ricci Oddi ha preso in considerazione il tema, oggetto attualmente di dibattito nella nostra città, della destinazione da assegnare al palazzo ex Enel di via S. Franca. Già in passato, in diverse occasioni e da più parti, si era auspicato che l'immobile poi acquisito dalla Fondazione potesse servire a risolvere gli annosi problemi della Galleria, in particolare quelli dipendenti dalla scarsità degli spazi nella sede storica. Durante alcuni incontri, presso il Comune e presso la Fondazione di Piacenza e Vigevano, il presidente commendator Lino Gallarati e il direttore professor Stefano Fugazza ribadivano le necessità della Galleria, che si vede costretta a tenere in deposito la maggior parte del suo patrimonio e che non riesce a svolgere appieno le sue funzioni museali.
Con la presente lettera il Consiglio di Amministrazione intende semplicemente far presente le ragioni per cui ritiene fondamentale un allargamento degli spazi museali, spazi che di necessità dovrebbero essere contigui alla sede storica. Poter usufruire di tutto il palazzo ex Enel di via Santa Franca e non solo di una parte di esso, che sarebbe insufficiente allo scopo, permetterebbe infatti alla Galleria:
- di rendere fruibile ulteriore parte del suo patrimonio, che assomma a oltre mille opere (attualmente ne sono esposte poco più di duecento)
- di acquisire alcune importanti donazioni, che si prospettano a Piacenza e in altre città italiane. Naturalmente tali donazioni sono vincolate alla possibilità di un'esposizione, per quanto parziale, delle opere donate, per cui allo stato attuale diversi possibili mecenati non mettono in atto il loro proposito, in attesa, appunto, che vengano acquisiti nuovi spazi. Non si indicano, per il momento, anche per ragioni di riservatezza, i termini delle donazioni possibili; si assicura che sono importanti e che sarebbe un vero peccato se Piacenza perdesse simili opportunità
- di rendere comunque praticabili i depositi, che attualmente sono angusti e nettamente insufficienti, per cui non risultano normalmente accessibili e diviene anche più difficile esercitare il controllo periodico, per quanto riguarda la conservazione, di centinaia di opere
- di creare un centro di documentazione per l'arte degli ultimi due secoli, che sarebbe di grande interesse per studiosi e appassionati e che potrebbe richiamare molte persone a Piacenza (è noto lo stato in cui versano le biblioteche in Italia, in particolare le biblioteche di storia dell'arte)
- di acquisire gli archivi di significativi artisti, piacentini e non (la famiglia Cassinari da tempo chiede di poter depositare in Ricci Oddi l'Archivio del pittore Bruno Cassinari, tra i protagonisti dell'arte del Novecento. L'Archivio comprende libri, cataloghi, lettere, documenti vari. Finora non è stato possibile accogliere tale richiesta appunto per ragioni di spazio)
- di tenere mostre temporanee in spazi più ampi e luminosi di quelli attualmente disponibili in Galleria (finora è disponibile solo lo spazio espositivo sotterraneo, di non facile accesso e adatto solo per piccole mostre)
- di dare continuità alla Ricci Oddi, straordinaria documentazione di arte dall'Ottocento al primo Novecento, acquisendo anche opere dalla seconda metà del secolo scorso ad oggi, rispondendo così a quella esigenza di contemporaneità che un museo d'arte moderna non può ignorare.
Gentile Signor Presidente, si sono toccati alcuni punti che dovrebbero spingere a tenere in considerazione l'ipotesi che il palazzo ex Enel possa costituire, per la Ricci Oddi e per la città di Piacenza, l'occasione di un rilancio culturale i cui vantaggi sarebbero evidenti anche in vari altri settori, in particolare nei vari comparti del turismo.

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