Martedì 17 Dicembre 2002 - Libertà
Rette, mano pesante in ospizio
Piange il bilancio: nel 2003 un giorno al pensionato di via Campagna costerà 6 euro in più. Al "Vittorio Emanuele" aumenti medi del 14%
Il prossimo anno le rette del Vittorio Emanuele aumenteranno mediamente di circa il 14%. Lo ha deciso in questi giorni il consiglio di amministrazione (cda) del pensionato di via Campagna. In soldoni, significa che un giorno di permanenza al Vittorio Emanuele costerà agli ospiti 6 euro in più di oggi, un mese 180 euro e un anno 2.100 euro. Un aumento non di poco conto (all'interno del bilancio di previsione 2003 dell'istituto) che in cda è passato a maggioranza: tre voti su cinque. A favore si sono pronunciati il presidente Mario Zanetti (designanto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano) e i consiglieri Giuseppina Astrua e Gianni Agosti (indicati dal Comune); contrari Mario Angelillo e Luigi Bassi (designati dalla Provincia). Sulla manovra tarifffaria non si hanno comunicazioni ufficiali, anche perché la decisione del cda è ora attesa al vaglio del comitato di controllo, un passaggio formale che comunque tiene ancora sub iudice gli aumenti. No comment del presidente Zanetti (ma quella di non parlare, si è limitato ad annotare l'interessato, è "una linea che mi sono dato da qualche tempo". E il riferimento, par di capire, è alle polemiche sugli enti derivati sollevatesi dopo le dichiarazioni del sindaco Roberto Reggi che aveva chiesto le dimissioni degli amministratori nominati dalla giunta precedente), abbottonati, almeno per il momento, anche gli altri consiglieri. Ecco comunque come dovrebbe risultare il quadro degli aumenti. Si tratta, da quanto si appreso, di applicare 6 euro in più alle attuali rette giornaliere del Vittorio Emanuele: 44,57 euro per i non autosufficienti (rialzo del 13,4%), 36,30 euro per autosufficienti in camera doppia (+16,5%), 40,95 euro per autosufficienti in camera singola (+14,6%). Di vario tipo le ragioni alla base dell'aumento: gli adeguamenti al tasso di inflazione per il costo dei servizi in appalto e delle bollette di acqua, luce e gas, il previsto rinnovo (+6% è la stima) del contratto di lavoro del personale (115 dipendenti), i lavori di ristrutturazione all'edificio, la contrazione dell'annuale contributo da parte dell'Ausl (incide per circa il 38% sul sostentamento del Vittorio Emanuele, mente il restante 62% è a carico degli ospiti e delle loro famiglie). Ma il motivo principale è costituito dal calo di presenze che il pensionato deve mettere in conto. Già ora è vistoso. Non riguarda il reparto non autosufficienti (Residenza sanitaria per anziani e casa protetta), i cui 210 posti sono sempre completi, ma quello per autosufficienti (pensionato albergo) che attualmente viaggia a scartamento ridotto. C'è rimasta una cinquantina delle 100 persone ricoverabili e la cifra continua a scendere, tanto che per il 2003 l'istituto ritiene di attestarsi sulle 30 - 35 unità. Il trend è frutto di una scelta precisa presa nei mesi scorsi dai vertici dell'ospizio, quella di portare a chiusura il reparto in questione. L'edificio in cui trova sede (all'interno del complesso di via Campagna) è infatti bisognoso di onerosi interventi di ristrutturazione (c'è un progetto da circa 2,5 - 3 milioni di euro), per questo si è deciso di bloccare nuovi ingressi di ospiti e di lasciar estinguere le attuali presenze. Si riduce quindi considerevolmente il numero di persone su cui ripartire i costi totali, dunque, a parità di aumento delle rette, cresce l'incidenza pro - capite. Inoltre, finché la struttura resta in funzione (anche se mantenendo aperti solo due dei quattro piani della palazzina), ci sono costi fissi da sostenere. Ma tra le motivazioni che, a quanto risulta, hanno fatto propendere per un aumento così sensibile, c'è anche il fatto che lo scorso anno le rette sono state ritoccate di poco (solo 1,5 euro in più al giorno) perché si preferì utilizzare avanzi di bilancio ereditati dai precedenti esercizi. Mano morbida adottata allora, di cui adesso, però, si paga lo scotto.
Gustavo Roccella