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Martedì 17 Dicembre 2002 - Libertà

Dalla famiglia Gorgni a Berzolla: la vena felice dei compositori

Rassegna "Piacenza e altri luoghi", successo al Nicolini

Dopo l'interessante "prima puntata" di sabato 7, si è conclusa nei giorni scorsi nella sala grande del Conservatorio Nicolini la conferenza in due parti del musicologo concittadino Francesco Bussi intitolata Ccompositori piacentini nel secondo Novecento. Questo incontro, arricchito da saggi musicali di composizioni degli autori citati, è l'ultimo appuntamento del declinante 2002 col ciclo Piacenza e altri "luoghi" del secondo Novecento organizzato dalla scuola media Dante e Carducci con Fondazione di Piacenza e Vigevano, Comune, lo stesso Conservatorio Nicolini, il Centro scolastico agrario e Famiglia Piasinteina: la rassegna proseguirà il 15 gennaio prossimo con un incontro sul teatro alla Famiglia Piasinteina che metterà di fronte diverse realtà teatrali piacentine, moderatore il direttore del Municipale Stefano Pronti. Bussi ha iniziato la sua relazione da Emilio, Luigi e Giuseppe Gorgni: un'illustre famiglia musicale di cui il pianista Giuseppe Gorgni ha esemplificato la storia attraverso l'esecuzione di un Preludio di suo padre Luigi (complessa personalità di compositore dalla scrittura tortuosa e assai personale), di un Improvviso di suo zio Emilio (fratello di Luigi, organista e violoncellista, ultimo maestro di cappella del nostro Duomo e fondatore del Quartetto Piacentino) e dei suoi Cinque Notturni che testimoniano del suo rifiuto del "modernismo" atonale in favore di una Tradizione fatta di virtuosismo, devozione ai classici, seducente "familiarità" di melodie e armonie. Assai interessante l'excursus dedicato a Giulio Balestrazzi, scomparso nel 1969. Balestrazzi vinse un importante concorso con un inno a San Francesco patrono d'Italia, ma a ricordarlo l'altro giorno è stato il suo Trittico op. 67 per pianoforte (Cascatelle - Il chiostro - Il bosco delle fate): un'elegante, atemporale naturalezza melodica dalle inflessioni "impressionistiche", molto ben resa dal giovane e bravissimo pianista concittadino Corrado Pozzoli. L'incontro si è chiuso con Massimo Berzolla seduto al grande organo Tamburini 1975 del Nicolini, per proporre esempi delle proprie musiche (quattro dei sette numeri della sequenza Tu septiformis munere, dedicata ai "sette doni" dello Spirito Santo) e del compianto Giuseppe Zanaboni (buona parte della Fantasia di improvvisazioni con cui, nel 1985, fu inaugurato l'attuale organo del Duomo). Di Berzolla, Bussi ha sottolineato la notevole versatilità e l'austera poetica compositiva assimilabile, per certi aspetti, alla Nuova Oggettività di cui Hindemith si fece capofila. Di Giuseppe Zanaboni (organista, direttore del Conservatorio Nicolini, operista, autore di musica sacra, fondatore del Gruppo Ciampi, figura fondamentale dell'ultimo mezzo secolo di vita musicale piacentina), Francesco Bussi ha invece sottolineato l'horror vacui che sembrava pervaderne le composizioni, il gusto per il "gesto sonoro" rutilante, la sapiente e ben tornita retorica musicale capace di andare a braccetto con una scrittura portata, non di rado, a "mimare" l'improvvisazione.

(o. m.)

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