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Giovedì 14 Aprile 2005 - Libertà

Un secolo "terribilmente grande"

La giornalista del Manifesto ospite di "Testimoni del Tempo" alla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Il Novecento visto con gli occhi di Rossana Rossanda

Se qualcuno pensa che a ottant'anni si perda l'entusiasmo e le energie per fare quello che si faceva un tempo, si sbaglia. Prova ne è, per esempio, Rossana Rossanda, illustre ospite ieri sera di Testimoni del Tempo, che di anni ne compie ottantuno tra dieci giorni, ma che non ha per nulla smesso la sua "militanza" di giornalista. Tanto che, proprio a causa dei suoi molti impegni, non è nemmeno riuscita a trovare il tempo, prima di venire a Piacenza, di concerci l'intervista con la quale siamo soliti anticipare questi appuntamenti.
Presentata da Eugenio Gazzola come una testimone importante del secolo appena trascorso, da lei vissuto in prima persona in quanto nata nel periodo fascista, cresciuta durante la seconda guerra mondiale e diventata poi, in età adulta, antifascista e dirigente per vent'anni del Pci (prima di venirne espulsa, nel 1969, in seguito alla fondazione del Manifesto, il quotidiano per il quale ancora scrive), la Rossanda è stata invitata ieri a Piacenza (in un incontro al quale hanno partecipato Fabrizio Achilli, presidente dell'Istituto Storico per la Resistenza di Piacenza e Paolo Dosi, assessore alle Politiche giovanili del Comune) a discutere del Novecento, per cercare di capire se effettivamente si è trattato di un secolo "terribilmente grande".
Sulla questione, ha detto subito l'ospite, è in corso un grande dibattito, nel quale si scontrano differenti giudizi. Quello più corrente è appunto quello che indica nel '900 un secolo orrendo e terribile, che ha visto mettere in pratica una capacità di distruzione che nessun altro secolo aveva mai visto prima. Un secolo in cui si sono avute due grandi guerre mondiali, di cui solo la seconda ha causato cinquanta milioni di morti... Un secolo in cui per la prima volta le guerre hanno provocato più vittime civili che militari... Un secolo in cui si è assistito alla persecuzione dichiarata degli ebrei... Un secolo pesante, quindi, di grande violenza, e di una violenza caratterizzata dal fatto di essere violenza politica e dichiarata. "La caratteristica del '900 - ha detto Rossanda - è la dichiarazione che la politica fa di dover mettere a morte il nemico per portare avanti un impero, uno stato o delle idee".
Eppure, ha proseguito l'ospite, il '900 è anche il secolo in cui, attraverso la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, l'umanità ha cercato di mettere un argine alla crudeltà... E' l'unico secolo in cui, affermando che nessuna guerra e giusta ,si è condannata la guerra come tale (peccato però che oggi - ha aggiunto Rossanda - con la guerra voluta da Bush si continui a portare avanti l'idea della guerra giusta, della guerra come veicolo per esportare la democrazia...). E, ancora, è il secolo del progresso tecnico e dell'alfabetizzazione... E' il secolo della fine della rassegnazione delle coscienze, in cui si sono risvegliate delle soggettività, come dimostrano le donne e la loro emancipazione... E' il secolo dei diritti dei lavoratori, della nascita del concetto di bene pubblico...
In sintesi, è un secolo di grandi conflitti, in cui un'idea di umanità libera e solidale si è scontrata con i potenti della terra e, in molti casi, ha perso la lotta. Ma non è finita qua, ha concluso Rossanda: la lotta contro le ingiustizie, per un mondo in cui gli uomini nascano liberi e uguali in diritto è ancora aperta. L'augurio è che le sinistre, di cui è proprio il senso della non rassegnazione, la portino avanti.

CATERINA CARAVAGGI

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